A che serve scattare le foto della tua tesi di dottorato in vari spazi urbani? Serve a far respirare le pagine di quel libro in modo differente e serve a farle mescolare con il luogo in cui hai vissuto mentre le scrivevi.
Scrivere la mia tesi di dottorato è stata un'esperienza dolorosa, ma lavorare alla sua revisione dopo la discussione (prassi abbastanza comune nelle università inglesi) è stato devastante (complice una serie di problemi legati al lavoro - in quanto studio e lavoro - e alla famiglia). Infatti è stato così devastante che sono riuscita a stampare la mia copia della tesi solo in questi giorni, mesi dopo la consegna della revisione finale.
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Una piccola sosta ai due bar/caffé che amo forse di più da queste parti: il Caffè del Teatro e la Tartaruga Magica. L'uno offre un'atmosfera vivace e un continuo viavai di gente, mentre l'altro ti accoglie con un ambiente confortevole e a volte riposante. Dopo aver spedito la tesi, in questi due luoghi ho ricostruito parte della mia vita sociale e devo molto alle persone che vi ho incontrato.
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Nei giardini pubblici vi è un albero particolare che associo a Martha Graham per la forma ricurva del tronco. Esso infatti ricorda il torso di una danzantrice mentre esegue la contrazione (contraction), ossia un movimento del torso che spesso gli dà la forma di una curva. Qui la tesi trova forse un possibile compagno di merende (potrei portarcela regolarmente e ritrovarne magari il senso).
Infine la pensilina dell'autobus di fronte
casa mia. Un luogo per me simbolico ed evocativo. Un luogo di attesa e
di osservazione, un luogo che spero mi aiuterà ad elaborare il lutto. Un lutto fatto di delusioni e rabbia (il mondo accademico è un inferno per chi non è ben definibile professionalmente come me) ma anche voglia di mettersi in gioco e di continuare a lottare.