venerdì 29 maggio 2009

l'essere scenico


E' un laboratorio di teatro danza tenuto dal danzatore e coreografo Michele Abbondanza, della compagnia Abbondanza-Bertoni, in occasione delle giornate di studio La danza fuori dalla scena. Cultura, media, educazione, Chieti, 18-20 giugno 2009 (giornate alle quali parteciperò con un intervento, ne riparlerò presto). Highly Recommended!

cortocircuito

E' uno di quei periodi in cui non hai tempo per nulla e hai mille scadenze da rispettare,
è uno di quei periodi in cui tutte le tue faccende stridono fino a creare una scintilla,
un cortocircuito che ti può far eslodere se non lo tieni a bada.

lunedì 25 maggio 2009

puppet ballerina

La ballerina non può essere solo una marionetta!

domenica 24 maggio 2009

the notebooks (3)

"In Dance of Trance
people on outskirts who direct action - move arms - legs - direct
action design -

Dance of Trance
animal figures - etc.
used as puppet
subjected to light
driven by it
intoxicated by it
blinded by it -"

Martha Graham (p. 27)

storie inquiete e disorientate (1)

"Questo mini-dizionario è dedicato alle donne nate nella mia terra nei primi anni 20, cioè poco dopo la prima guerra mondiale, ma credo che il suo significato possa essere allargato a tutto il Paese. (...) Le donne la cui giovinezza era stata schiacciata fra le due guerre, indicibilmente oppressa dal maschilismo fascista e rifiutata nel dopoguerra dai 'coetanei', si sposarono nella maggioranza dei casi tardi, con uomini raramente amati, alla meno peggio tollerati. (...)

Avvenire
(...) L'avvenire si rovinava dando troppa confidenza agli uomini, anche a quelli più seri. (...)

Ballo
Strano portofranco dove potevano succedere molte cose senza che, per questo, si rovinasse l'avvenire. (...)

Bellezza
Per gli uomini l'argomento non si poneva. 'Negli uomini la bellezza non conta, conta l'intelligenza' (...).

Fiume
Unico luogo adatto ad accogliere una ragazza che si fosse rovinata l'avvenire. (...)

Lavoro
Alcune ragazze, anziché il sano desiderio di sposarsi, coltivavano quello colpevole di voler lavorare, incuranti del fatto che in questo modo rischiavano di togliere il pane di bocca a un padre di famiglia!

Matrimonio
Contratto-cerimonia che le donne avevano la colpa di desiderare. (...)

Zitella
(...) Era immaginata come magra, ossuta, legnosa, spesso con una peluria nera sopra il labbro superiore, con qualche porro sul viso, nervosa, pettegola, cattiva."

Giuliana Pistoso, Storie inquiete e disorientate (Ferrara: Tufani, 1996), pp. 11-23.

appello Leggere Donna

lunedì 18 maggio 2009

hell

Here are two links to fragments from Emio Greco / PC's Hell:

1 - after about 2 minutes or so there is an interesting deconstruction of the entrechat.

2

domenica 17 maggio 2009

are you 'fit' for this?

While on Italian television, ballet master Luigi Martelletta (in the talent show Italian Academy 2, based on the Swedish Floor Filler) attacks one of the dancers taking part to the competition for her lack of commitment in losing weight (what does he know about her weight? what is the right weight for a dancer?), the contemporary dance world is breaking the weight taboo with various performances. Here I copy a review I wrote on Dixie Fun Dance Theatre's performance (it is taken from the criticaldance forum) just to give an example:

Are you 'fit' for this?

Dixie Fun Dance Theatre's The Thinnest Woman Wins
Teatro Annibal Caro, Civitanova Alta, 22nd October, 2004

Shaving as slavery, the slavery of shaving: legs, armpit, pubic area, face!!!! A recurring ritual most women undergo to 'appear' beautiful. This statement is among the many Dixie Fun Lee Shulman offers the audience in her subversive, almost disturbing one woman show The Thinnest Woman Wins which startled and discomposed the audinece in the cosy Annibal Caro Theatre in Civitanova Alta.

At the press conference she specified that it all started during her University years when she was a successful majorette. She had managed to enter this revered world and was happy to be among the lucky chosen ones. Things started to go wrong (well this depends on the points of view!) when she put on weight and was expelled by the majorette group. She realised it was most of all about looking good and soon decided to turn her experience into a dance piece (she had gained a major in dance). In particular The Thinnest Woman Wins represents the extension of the solo that was the outcome of her adolescent trauma.

In the version she danced in Civitanova she is on her own. She alternates her dance sequences with images projected on a screen. Images portraying supermodels as well as common women. In one instance images are counterbalanced by witten extracts from a book called The Body Project where different girls from different time spans (1890s, 1920s, 1950s) talk about their relationship with their body. In a section Shulman performs very skilled exercises as a majorette untill that perfection is interrupted and her movement relationship with her baton changes. It is all pervaded by an ironic tone.

In a quite tense part Shulman speaks words in darkness, words that seem to have no connection with each other: seven, breast, weight, swimming pool… she keeps on repeating them as she moves on in the front part of the stage wearing a black dress. Light gradually replaces darkness and those words begin to be spoken together with other words so that the hidden meaning soon emerges. 'Seven kilos overweight', 'swimming pool in the shape of a breast' are just two of the sentences coming out of this crescendo. Shulman's dance theatre is controversial and political. As she herself highlighted, she wants to create an impact on the audience and intends to pursue different kinds of beauty without aligning with the homogenising and politically correct standards imposed by the system, be it fashion or the media.

The closing part of this performance reaches the climax of her poetics. She dances completely naked showing her round curves and her six months pregnant belly. The initial shock is softened as she begins to talk about her nakedness. Soon the audience tunes to her discourse and laughs burst open in the air when she points out her cellulitic tighs. The Thinnest Woman Wins is a work that makes you think and see yourself differently. In this respect before her naked solo, Shulman cleverly presents a parody of a beauty competition to elect Miss America. The candidates have names such as Miss Bulimia, Miss Low Self-Esteem, Miss Breast Implants, thus further denouncing the side-effects surrounding the fashion as well as the beauty market!

sabato 16 maggio 2009

qual è il corpo giusto?

Nella puntata appena trascorsa di Italian Academy 2 è uscita di scena Lesile, una danzatrice penalizzata per la sua fisicità non in linea con lo standard richiesto. Durante la settimana prima della diretta, Luigi Martelletta, il maestro di danza classica, ha sferzato un attacco inaudito nei suoi confronti, accusandola di non voler perdere peso, di non impegnarsi abbastanza per farlo (qui uno spezzone). In puntata ha sottolineato che la danza è come lo sport, esige molto dal fisico. Queste affermazioni sono state contestualizzate e contestate (da Susanna Beltrami, per esempio o da Luciana Svignano) in puntata, ma restano, a mio avviso, macigni enormi sul cuore di Lesile che appunto ora non fa più parte del programma. Questo evento mi porta a ragionare in modo inusuale, partendo da diverse parole-chiave:

danza-corpo-donna: la danza, nell’immaginario collettivo, di solito viene associata al corpo femminile che deve rispettare certi canoni di bellezza oltre che, in teoria, di bravura. Per bellezza si intende proporzione delle forme e magrezza che rasenta a volte l’anoressia (soprattutto per le ballerine di danza classica, questa è una questione molto complessa che non ho tempo di fare ora, spero di poterci tornare). La bellezza, però, non ha un significato unico e standard, esistono molti tipi di bellezza (si vedano gli esempi dati da tanta danza contemporanea) che però non rientrano di solito nei canoni e quindi portano all'esclusione o all'inclusione per eccezione (bellezza atipica, particolare);

danza-sport: la danza non è uno sport. Che sia chiaro. Lo sport si basa su di una competizione, la danza sul bisogno, capacità di esprimere qualcosa a qualcuno (che sia una divinità, un pubblico, la strada);

danza classica: danza che impone i suoi schemi (o figure) sul corpo umano. Danza per questo enormemente difficile e di piacevole impatto visivo. Il problema è che troppo spesso la si considera come il metro di giudizio della danza in toto e questo comporta discriminazioni assurde. A mio avviso questo atteggiamento chiude il mondo della danza in se stesso e ne limita fortemente le possibilità espressive;

danza-disabilità: Martelletta ha menzionato danzatori diversamente abili (per esempio senza gambe, forse pensava a David Toole) sottolineando che il loro movimento può essere splendido. Il confronto fra questi danzatori e il corpo di Leslie non ha molto senso (mi riserbo la possibilità di ritornarci), è come dire, se Lesile non avesse le gambe che ha potrebbe comunque fare danza in quel contesto;

danza-costume: Martelletta ha sottolineato come il costume morbido di Lesile (una camicia lilla e pantacollant nere) non fosse stato scelto a caso. Altra violenza incredibile! Il costume nella danza ha una sua valenza, è una seconda pelle (non nel senso che deve per forza aderire al corpo), in un intervento l’ho definito come un partner ideale per chi danza. Si veda Peggy Lyman in Lamentation (coreografia di Martha Graham del 1930) per capire cosa può fare un costume al movimento;

il movimento: come ho già detto a questo evento, “la bellezza non ha a che fare con un corpo bello che si muove, ma con il movimento di un corpo. L’accento è sulla bellezza del movimento non necessariamente del corpo che esegue il movimento stesso”(il butoh insegna). La tecnica (classica, contemporanea, hip hop, flamenco, tango, Graham eccetera) è importante fino a quando non opprime o manca di rispetto al corpo che la utilizza;

il peso: la danza classica annulla il senso della forza di gravità, c’è una tensione verso l’alto (vedi scarpette da punta, indossate e utilizzate solo dalle donne) nella danza contemporanea dipende (nella tecnica Graham c’è un rapporto dialogico con il pavimento e la forza di gravità viene sfruttata, non annullata).

welcome

This is inspired by the Italian government's new policy with regards to clandestines. It basically just rejects people without respecting any of their rights (like the right to be treated as a human being). The immigrants who arrive from Lybia are sent back. There they are usually sent to prison.

going back to move forward

Going back to a paper you presented months ago to write an essay on it is one of the most difficult things a precarious scholar has to do. You need to recapture all the readings and thinking and writing and doing and whatever, to reassemble them in a decent academic form. Impossible, you may think. And it does sound impossible, and it probably is impossible, but you have to do it, otherwise, your hard (f***ing hard) work gets lost in the foggy and ethereal area of spoken voices. As many dances, it is soon forgotten and lost in the vague memories of those who were there listening to your presentation.

the 7even necessities

I have been reflecting on Emio Greco/PC's 7even necessities, a manifesto they created in 1996. Here is a link to it. The body is at the centre of their choreosophy (I will return to this term which to me means 'embodied knowledge', in the meanwhile see here), the body as the core of our individualities, as the escaping energy that allows us to go on.
I have also opened a post about their recent peroformance in Rome on ballet-dance.com. See here.

caress (2)

martedì 12 maggio 2009

paradossi?

Da qualche mese è iniziata un nuova offerta di balletti in dvd, presso classic voice, circuito dedicato alla musica classica e all'opera. Il paradosso sta nel fatto che due dei tre balletti fino ad ora offerti dalla collezione, Lo schiaccianoci e Il lago dei cigni non sono balletti di danza classica. Entrambi sono coreografie di Matthew Bourne e rappresentano re-visioni in chaive ironica e dissacrante dei due classici. Il lago è caratterizzato da uno stormo di cigni danzati da uomini a torso nudo e pantaloni di piume, una visione di eccezionale potenza e poesia (vista dal vivo è particolarmente emozionante). Sul sito di classic voice entrambi vengono riportati come balletti classici e mi chiedo se questa scelta non sia stata fatta esclusivamente sulla base della musica di Ciaikovskij che ha in parte contribuito alla fama di entrambi. Mah!

domenica 10 maggio 2009

contemporary dance (umbrella)

ci sono così tanti stili e tecniche sotto l'ombrello della danza contemporanea!!

questa è la terra, non ancora il cielo (recensione)


Gabriella Imperatori, Gloria Spessotto, Questa è la terra, non ancora il cielo, Tufani, Ferrara, 1998, pagine 276, € 12,90.

Tutto inizia con una borsetta di perline, anzi due borsette di perline, quasi identiche, così simili da poter essere scambiate. E Ania e Marianita se le scambiano dando così il via a due storie parallele che si intrecciano, che si tuffano nel passato e danno il via ad altre storie che, a loro volta, si incontrano e/o confluiscono l’una nell’altra. Il libro è una saga famigliare che attraversa il secolo passato e tre continenti, Europa, Africa e America. Si divide in tre grandi blocchi i cui titoli evocano la struttura spiraleggiante dell’opera, “Il fulmine”, “Il caos”, “Il ritorno”. I titoli di ogni capitolo poi seguono spesso la logica del dettaglio senza fare riferimento all’argomento principale: “Di professione grossista di prosciutti”, “Non si inventa un Dio in laboratorio”, “L’isola dei matti”. Uno dei personaggi più interessanti è Giada Valle, capostipite della famiglia Ghiraldi-Rubini, la cui vita traccia e segna gli umori e le sofferenze di molti dei personaggi del libro. Sposa di Leonida, Leone Ghiraldi, una specie di eroe invincibile ai suoi occhi, Giada viene distrutta dalla sua scomparsa improvvisa, sposa Eugenio Rubini ma non smette mai di pensare e correre dietro al fantasma del primo marito, vivendo una vita a metà fino a lasciarsi andare al canto sepolcrale della pazzia. La morte di Leonida cambia anche il carattere di uno dei suoi figli, Armando, che diviene instabile e combinaguai, oltre che padre di vari bambini, tra i quali la sopramenzionata Marianita. Di altra stoffa è Anita, figlia di Giada ed Eugenio. Donna non bella come la madre o le sorelle Lisetta e Clara, Anita ama la musica ed è dotata di una “saggia dolcezza” che se da un lato la fa più fragile delle sorelle, dall’altro la aiuta ad affrontare i momenti più difficili della sua vita, come quando durante la seconda guerra mondiale attraversa mezzo paese per raggiungere la famiglia. Anita è anche in parte colei che racconta gli episodi della saga famigliare alla nipote Ania, figlia di Valentino, a sua volta figlio di Lisetta. Il suo nome vero è Anita proprio in onore della zia, ma suo padre (che è omosessuale) le dà questo “vezzeggiativo rosseggiante in ricordo di sua madre”, Masha, che era entrata e subito uscita dalla loro vita.
Il titolo del libro è ispirato ad un verso di Frost e, come ha sottolineato Giulio Galetto “allude a quel sentimento della vicenda umana nel quale convivono il bene e il male, la felicità e il dolore, l’appagamento e l’ansia”. Nel testo viene ripreso a proposito degli occhi di Anita “che rispecchiavano il mondo”. Secondo Pia Fontana “il gusto del raccontare si scioglie nel ritmo di una prosa che ha molto del musicale e ci riporta piacevolmente all’estro antico dei cantastorie spesso veri e propri cantori, e come nel racconto popolare mescola detti, scongiuri, proverbi, tutte le espressioni di una sapienza prossima a scomparire”. In questo senso questo libro è forse uno dei primi esempi di quello che Wu Ming 1 ha denominato New Italian Epic, ossia nuova narrativa epica italiana, con la vastità dello spettro narrativo, lo sguardo obliquo sulla Storia attraverso le vicissitudini soprattutto delle donne della famiglia Ghiraldi-Rubini e lo stile piacevole ma non scontato, fatto di molte voci che si sovrappongono e si compenetrano. L’allegoritmo in questo caso ha a che fare con la famiglia come specchio di una società in costante cambiamento, come crocevia di scontri e incontri.

appello Leggere Donna

venerdì 8 maggio 2009

the notebooks (2)

"People say -
How did you begin?
Well - that is the question
And who knows -
Not I -

How does it all begin?
I suppose it never begins, it just continues -
Life -
generations
Dancing -"

Martha Graham (p. 302)

contemporary dance (elite?)

La danza contemporanea è solo per un'elite? Se lo è, chi è parte di questa elite?

giovedì 7 maggio 2009

rejected

When one of your projects gets rejected is like receiving a soft slap on your face. Soft because it is well dressed with nice words, but it is like a sublte little bomb which can blow your self-esteem up and virtually stop (at least for a while) you from doing what you are doing. It is not nice, but it constantly happens. You feel like you can't go on, but you do go on (just to quote Samuel Beckett) and new projects are generated.

caress (1)

mercoledì 6 maggio 2009

accade in letteratura ...e non solo: new italian epic, letteratura, danza e altre arti (4)

Materiale citato e non linkato

- Bazin, André, "Theatre and Cinema" [1951], in Film Theory and Criticism, Leo Braudy and Marshall Cohen, edited by (Oxford: Oxford University Press, 1999), pp. 408-418.
- Bennett, Susan, Theatre Audiences (London: Routledge, 1997).
- Giandelli, Gabriella, Sotto le foglie (Bologna: Coconino, 2004).
- Laban, Rudolf, L'arte del movimento (Macerata: Ephemeria, 1999).
- Littau, Karin, Theories of Reading (Cambridge: Polity, 2006).
- Marino, Massimo, "Ai confini del movimento", Tuttoteatro, Anno III, n. 21, 25 maggio 2002.
- McLuhan, Marshall, The Gutemberg Galaxy [e. o. 1962] (New York: Signet Books, 1969).
- Mirzoeff, Nicholas, An Introduction to Visual Culture (London: Routledge, 1999).
- Ong, Walter J., Orality and Literacy [e. o. 1982] (London: Routledge, 2004).
- Wu Ming, New Italian Epic (Torino: Einaudi, 2009).

lunedì 4 maggio 2009

accade in letteratura ...e non solo: new italian epic, letteratura, danza e altre arti (3)

Oltre la letteratura

Pensare la New Italian Epic in relazione ad altre arti pone delle questioni strutturali, in quanto il memorandum di Wu Ming 1 si sviluppa, come già accennato, a partire dalla letteratura. E’ però uno studio le cui caratteristiche si ritrovano, in qualche modo, anche in altre arti e sarebbe interessante analizzare il senso dell’epico in uno spettacolo di danza o in un fumetto, come anche ragionare sull’allegoritmo per quanto concerne la gestualità. Sarebbe anche opportuno indagare il rapporto fra queste arti che sono in costante interdipendenza fra loro, per cui può essere che il “sentimiento nuevo” (Wu Ming 1, 2009: 63) non sia partito esclusivamente dalla letteratura, ma in congiunzione con altre arti. La mia è solo una apertura iniziale, spero possa essere un punto di inizio per ulteriori riflessioni.
La danza, in particolare, è un’arte quasi invisibile in Italia. Questa potrebbe sembrare un’affermazione paradossale visto che al cinema, in tv e nella pubblicità, la danza è sempre di più un riferimento visivo e cinetico. Il problema sta in che tipo di danza viene costantemente presentata e in relazione a cosa. Per esempio il boom di talent show come Amici e Italian Academy 2 (e di Vuoi ballare con me? Su skyuno) mostra come sia in crescita l’interesse verso quest’arte e come (anche se in forte ritardo) i media si siano accorti di questa potenziale fetta di mercato alla quale rivolgersi. In effetti la danza mostrata è di qualità molto maggiore rispetto alle mossette delle veline. Però questa danza resta ancorata all’intrattenimento e il meccanismo del reality tende a deformarne e stravolgerne certi aspetti. Quindi passa per verità assoluta che chi non ha basi di danza classica si può scordare di diventare un danzatore professionista o chi ha il collo del piede non giusto non potrà mai entrare a far parte di una compagnia. Il discorso è lungo e complesso, qui vorrei solo sottolineare che il mondo della danza è molto più ricco di quello che appare nei media. In questo senso, diversi lavori di compagnie italiane mostrano come la danza in Italia possa avere un senso differente, possa essere occasione per riflettere, per ricercare e percepire la realtà alla deriva nella quale viviamo. Alcuni dei loro lavori sono riconducibili alla nebulosa di cui parla Wu Ming 1 e potrebbero far parte della scia della New Italian Epic. Fra questi vi sono coreografie come Otto (2002-2003) di Kincaleri, La forma delle cose (2002) di Roberto Castello e Alessandra Moretti per la compagnia Aldes, Polis (2005) della Compagnia Abbondanza-Bertoni, le Ceneri di Gramsci (2007) di Virgilio Sieni e Sandro Lombardi e I topi (2004) di Balletto Civile. Dato che è un’arte incarnata e transitoria è più difficilmente analizzabile rispetto ad altre arti, non è possibile comprare il libro del testo o il dvd dello spettacolo, quindi per avere un panorama abbastanza aggiornato occorrerebbe seguire gli spettacoli stessi, cosa abbastanza complicata. Io stessa non sono riuscita a vedere tutte le coreografie sopramenzionate e in particolare mi soffermerò sulla prima.
L’immagine che forse resta maggiormente impressa dopo aver guardato la performance di Kincaleri, (2002-2003), è la caduta reiterata di uno dei performer, caduta che appunto si ripete di continuo destando l’ilarità ma anche l’ansia degli spettatori. Egli entra e cade dopo aver fatto due passi. Entra con un bicchiere d’acqua in mano e cade, entra con due palloni rossi e cade, entra con una torta di fragole e cade. Come ha sottolineato Massimo Marino, Otto “è una danza sul vuoto in forma di caduta” (Marino, 2002) e la caduta rappresenta, in qualche modo, l’allegoritmo coreutico dello spettacolo, ossia il gesto che ci dice che “qualunque ‘ritorno all’ordine’ è illusorio” (Wu Ming 1, 2009: 55). Come ho già detto altrove, “sembra che ci sia poca danza in questo spettacolo, ma la ripetizione della caduta crea una sorta di dinamica ipnotica che mette in discussione il modo in cui ci muoviamo” (Simonari, 2004). Gli altri due personaggi della performance sono altrettanto emblematici, una ragazza sul proscenio mostra la schiena al pubblico e ascolta musica commerciale (che rappresenta anche lo sfondo musicale dello spettacolo) con le cuffie e un altro ragazzo entra con una tenda già montata, ci va dentro e ne esce fuori con un grosso pesce per farsi fotografare. In questa opera, se “si ride questo avviene nel dramma di riconoscere in quei segmenti di azione che non riescono a compiersi una condizione di tutto il già visto della nostra civiltà. Il limite delle cose umane e del mondo” (Kincaleri, dossier Otto). Questa coreografia esprime, assieme alle altre, un “sentimento nuevo” che vive e si forma nello specifico di una realtà italiana, essi testimoniano di una fiducia nel gesto e nella sua potenzialità comunicativa, una fiducia nel pensare-in-movimento di labaniana memoria (Laban, 1999) e di conoscenza incarnata. Per quanto concerne il teatro, le opere narrative di Ascanio Celestini e Marco Paolini sono esempi da prendere in considerazione, ma anche opere radicali e innovative come mPalermu (2001) o Carnezzeria (2002) di Emma Dante. In particolare Dante indaga nel profondo la cultura siciliana e palermitana, svelandone nevrosi e crudeltà. Carnezzeria parla di violenza e di onore. La violenza sul corpo di una sorella che resta incinta dopo essere stata violentata dai tre fratelli. L’onore da salvare, un marito da farle sposare, un marito che non arriva mai. “Carnezzeria è la cerimonia messa in scena per assolvere una donna dal peccato: pulire la macchia; riparare il guasto; togliere il disonore al figlio bastardo” (Dante, Carnezzeria). La fisicità di questa opera e il dialetto palermitano creano un linguaggio denso, allegorico ed epico, che caratterizza anche molte altri lavori di Dante. In questo caso l’allegoritmo sta nel corpo stesso della donna, territorio di conflitti e di soprusi non solo in Sicilia ma in tutto il territorio nazionale. Per concludere, vorrei accennare qualcosa sui fumetti, mondo che offre lavori molto stimolanti. A cominciare da un capolavoro di Lorenzo Mattotti e Claudio Piersanti, Stigmate (1999), che tratta di un ubriacone con le stigmate e viene per questo emarginato dalla società. Il tratto graffiante di Mattotti e la scrittura di Piersanti compongono una storia che è quasi una quest dentro se stessi. In modo simile e diverso sono altre quest i viaggi di Pasticca (1998, 1999, 2003) e di George Henderson in Grenuord (2005 in inglese, 2007 in italiano), entrambi di Francesca Ghermandi, i cui personaggi sono delle figure antropomorfe che rappresentano uno “sguardo obliquo” (Wu Ming 1, 2009: 26-32) sul mondo in termini grafici oltre che narrativi. Pasticca è una bimbetta con la testa a forma di pasticca appunto che si perde e che fa incontri strani e grotteschi. In quest’opera lo sguardo obliquo sta anche nell’assenza di parole, è un racconto muto dove il segno della grafite dà corpo alla storia. Altri fumetti riprendono questa prospettiva come la serie Interiorae (2005, 2006, 2008) e l’opera Sotto le foglie (2004 in francese, 2008 in italiano) di Gabriella Giandelli. Il primo vede come sorta di filo narrativo un coniglio che si erge in posizione eretta, l’altro uno straniero, “l’unico capace di sentire la voce del bosco” che è “la metafora della vita interiore di ciascuno” (Giandelli, 2008, quarta di copertina). Un’altra opera uscita di recente e da analizzare alla luce di quanto detto è In Italia sono tutti maschi (2008) di Sara Colaone e Luca de Santis che ci riporta al periodo del fascismo e alla persecuzione degli omosessuali.

the notebooks (1)

"She stands on the edge of a desert at sunset -
alone and bereft or unfullfilled -
As the night fades all of the present fades
& she enters the violences of memory
violent halls of memory -
She steps across an invisible barrier & enters the
past - the race past -

She is like a Pioneer Woman -
In a way it goes on from where Frontier ends."

Martha Graham (p.143)

insegnare l'italiano in camerun

Qui la mia intervista a Flore Ngueagni Nguefuack, che ha una scuola di italiano in Camerun. Esperienza interessantissima...

domenica 3 maggio 2009

la badante

The 'badante' (healhcare worker for the elderly, a key figure in the Italian society) is late, Nora!
Her name is Kalyna, Dora!