lunedì 31 agosto 2009

matilde, come una leggenda (2)

"Difficile sarebbe stato influire sulle idee dell'orgogliosa Matilde che aveva già maturato una personalità indipendente e raggiunto la convinzione che le premesse della Riforma erano indirizzate all'avvento di una società più giusta, ma Anselmo, uomo di grande dottrina, fu per lei un maestro di sapienza, e tra loro, nonostante la differenza d'età, si stabilì una sorta di sodalizio per comunione intellettuale e di idee sul buon governo. Matilde progettava l'affrancamento dei servi della gleba, idea inattuabile nella situazione feudale, ma lei spearava nell'avvento della Riforma che avrebbe comportato l'eliminazione di quei vincoli."

Sara Zanghì, Matilde, come una leggenda (Ferrara: Tufani, 2008), p. 43.

appello Leggere Donna

domenica 30 agosto 2009

se questo è un uomo

- man at sea!
- no, that's a clandestine!

Inspired by the racist and fascist Italian government policy with regards to irregular immigrants.

sabato 29 agosto 2009

libraries (good epiphanies)

libraries (good epiphanies) [biblioteche (illuminazioni positive)]

- si!!

matilde, come una leggenda (1)

"Matilde, grazie ai colti precettori scelti tra i monaci benedettini, aveva già acquisito abitudine e piacere per la lettura, conosceva opere di storici romani e alcune cronache sulle prime migrazioni barbariche, ma niente ancora sui Longobardi, eccetto che la signoria di Canossa era iniziata da un loro discendente.
(...)
un mattino di febbraio un'insolita luminosità svegliò Matilde che corse a guardare da un feritoia e vide un'abbagliante coltre bianca stesa sulla foresta e sul massiccio dello Harz; levò gli occhi a quel lembo di cielo che l'apertura incorniciava e l'azzurro splendente le suscitò una gioia incontenibile presto volta in profonda infelicità per non poter correre fuori e mandare gli occhi all'ampiezza dell'orizzonte."

Sara Zanghì, Matilde, come una leggenda (Ferrara: Tufani, 2008), pp. 11, 16.

appello Leggere Donna

concentration

concentration depends on so many things,
it is not just a question of having a quiet place to study,
it also depends on your ability
to liberate your mind-body
of its stressful and worrying matters,
it depends on keeping contact with what
you are elaborating,
the net of sources
you are transforming into an original work...

martedì 25 agosto 2009

vision

Ogni coreografo/a ha una visione chiara del proprio lavoro?

venerdì 21 agosto 2009

non p.s. friends


non p.s. friends (amici che non sono p.s.)

- questa estate vado in vacanza in Sardegna, parto la settimana prossima!
- finlamente mi riposerò, ne ho davvero bisogno, sai!
- e tu? Dove vai in vacanza?
- quale vacanza?

saggio

Qui il link ad un mio saggio su Alberto Spadolini, è la prima versione di un lavoro rititolato: "Alberto Spadolini e la danza", in Marco Travaglini (a cura di), Bolero-Spado': Alberto Spadolini, un vita di tutti i colori, Modigliana, Litografia fabbri, 2007, pp. 118-126, catalogo della mostra omonima tenutasi presso la Sala Imperatori di Porto San Giorgio (Fermo), 10 agosto - 9 settembre 2007.

m/other

1954: she was so excited. Her trip to Rome had been excellent, she had recorded her first record, now she needed to rehearse to keep her voice trained. She went into the kitchen and there found her mother staring at her. "You are happy, aren't you?". She kept on staring at her. "Have you thought about this kind of career? It is not good for a woman to become a singer, it is not approapriate." Her mood changed, she sensed something terrible was going to come out of her mother's mouth, and so it was: "What about me and your grandmother? Who's going to look after us when we are older?". There it was, a stone on her heart, a door suddenly closed on her future and hopes. She stared back at her mother with a daring look, it only lasted for a deep long second, then she surrended to her inevitable force. She went upstairs, broke her record into many pieces, threw it away and cried her bitterest tears for one entire night. Then she went back to work with her mother and never mentioned her aspirations as singer any more.

domenica 16 agosto 2009

think

La danza non è solo un'arte di intrattenimento. Può anche farti riflettere!

giovedì 13 agosto 2009

frutto del ventre, frutto della mente (recensione)


Nadia Lucchesi, Frutto del ventre, frutto della mente - Maria, madre del Cristianesimo, Tufani, Ferrara, 2002, pagine 116, € 11.

Questo libro è un viaggio inusuale nei meandri del Cristianesimo. Inusuale in quanto fatto seguendo le numerose tracce riconducibili a Maria, figura emblematica e centrale, ma sempre relegata ad un ruolo limitato dalla Chiesa cattolica. Lucchesi, rifacendosi a studi importanti come quello di Marina Warner, nota come, nonostante non vi sia quasi traccia di Maria nei Vangeli, ella ricopre un ruolo fondamentale nel culto cristiano, a cominciare dalle sue numerosissime apparizioni per continuare con il suo essere erede di culti antichissimi dedicati a divinità femminili come Iside.
Il libro è scritto in modo semplice per permettere una facile accessibilità, ma non è semplicistico nelle sue riflessioni puntualmente arricchite di citazioni. È suddiviso in otto capitoli dedicati ai diversi aspetti di Maria e del suo culto. Il primo è appunto dedicato al fenomeno delle apparizioni come quelle che Angela Volpini ebbe fra il 1947 e il 1956. Lucchesi sottolinea come la forza di questa lettura sia "nella sua 'debolezza', nello spazio che si lascia al dubbio, alle possibilità delle differenti interpretazioni. Al contrario, il disegno della Chiesa è sostanzialmente quello di imporre i propri schemi interpretativi", in quanto fra le sue preoccupazioni vi è quella di mantenere il rapporto gerarchico fra Dio Padre, Gesù e Maria. Il culto mariano, così profondo e radicato anche grazie alle apparizioni, ha portato e porta spesso la Vergine ad avere la loro stessa importanza, se non, in alcuni casi, ad avere una maggiore importanza rispetto a loro.
Questo porta a sondare il rapporto fra la Chiesa e Maria, argomento che viene trattato nel secondo capitolo. Secondo Lucchesi, la preoccupazione della Chiesa è "di gestire il 'monopolio' del Sacro, (…) di piegare le interpretazioni agli assunti dogmatici", come quello dell’Immacolata Concezione stabilito da papa Pio IX nel 1854. La Chiesa, nel corso dei secoli, ha riconosciuto tre attributi a Maria: il primo è tradotto con 'piena di grazia', ha a che fare con la 'contemplazione' di Maria, ossia con la sua trasformazione in tempio; il secondo è 'sempre vergine', attributo proclamato da papa Silicio nel 390 al Concilio di Costantinopoli; il terzo è quello di Avvocata, riconosciutole da papa Ireneo nel II secolo e riguarda la sua capacità di mediatrice.
La figura di Maria viene nel terzo capitolo studiata dal punto di vista storico-religioso, ossia indagando le divinità femminili ad essa precedenti. Citando il lavoro di Pepe Rodriguez, Lucchesi sottolinea come molto prima dell’avvento di Gesù, l’immagine della divinità fosse affidata ad una donna, alla Grande Dea che fu per lungo tempo l'"unico principio generatore dell’universo per la sua qualità partenogenica". Solo in seguito, dal secondo millennio a.C., il principio maschile ne prese il posto. Nell’ultimo capitolo questo discorso viene ulteriormente ampliato con riferimenti agli antichi culti della Madre Terra.
Nel capitolo quattro viene proposta l’immagine di Maria nei Vangeli canonici, apocrifi e gnostici e nel cinque si fa il punto della questione. Chi era Maria? Si chiede Lucchesi, collegando i ragionamenti fatti fino ad ora per arrivare alla sua tesi nel capitolo sei, ossia che Maria può essere vista come la madre del Cristianesimo, grazie alla sua funzione di mediatrice e alla "sua capacità di trasformare una religione misterica in una buona novella per tutta l’umanità". Nel penultimo capitolo, Lucchesi ci parla di cosa è successo grazie alla figura salvifica di Maria, che viene accostata ad Eva in quanto ne prosegue l’opera accettando l’imperfezione dell’essere umano e annullando "l’idea della colpa originaria" attraverso la nascita dell'"Uomo-Dio, in carne e ossa”. La tesi dell’autrice è interessante e ben documentata e, come già sottolineato, mostra un volto diverso del Cristianesimo, un volto scevro dalle rigidità ecclesiastiche e intriso di culti e rimandi che hanno nutrito e continuano a nutrire il culto della Vergine.

appello Leggere Donna

mercoledì 12 agosto 2009

lunch


lunch (pranzo)

- mangiamo il petto di pollo in padella, oggi?
- non oggi, pa!
- ah! L'hai bruciato di nuovo?

domenica 9 agosto 2009

primitive mysteries (1)

This is inspired by one of Graham's early masterpieces, Primitive Mysteries (1931), which is about the Virgin Mary. It is almost a ritual, the way she uses space and rhythm is astonishing. Here is a link to a photo by Barbara Morgan, here an article on the 1964 reconstruction by and with Yuriko and here my interview to Susan Sentler who took part to the 1984 reconstruction, always led by Yuriko.

no certainties


a differenza di altri stili di danza, la danza contemporanea non dà certezze!

sabato 8 agosto 2009

frutto del ventre, frutto della mente (3)

"Le prime croci risalgono al neolitico e sono state rinvenute nei luoghi sacri alla Dea (...), spesso associate all'uovo (...) che, come sappiamo, è collegato alle celebrazioni pasquali. La croce ha avuto diffusione grandissima nella religione egizia, nella quale il segno (che poi si trasformerà nella Tau dell'alfabeto greco) significa appunto vita, sia terrena che ultraterrena. Essa viene posta solitamente in mano alla divinità e nelle rappresentazioni delle dee Iside e naktiti simboleggia la rinascita felice (...). Jean Hani, nel suo saggio Il segno della croce (...), ne analizza ulteriormente il valore, che indica nella sua funzione di orientamento spazio-temporale, rappresentata dal braccio orizzontale e da quello verticale, che la rendono "axis mundi". in questo senso la croce è assimilabile all'albero, altra immagine archetipica di straordinario interesse."

Nadia Lucchesi, Frutto del ventre, frutto della mente - Maria, madre del Cristianesimo (Ferrara, Tufani, 2002), pp. 77-78.

appello Leggere Donna

giovedì 6 agosto 2009

battlebottle

life is a battle
which can become
a bottle
where you can live
in splendid isolation

pas de deux (roland petit)

Roland Petit's Carmen (1949) is one of the most famous dance adaptations of Bizet's opera (he was not very much inspired by Mérimée's novella). It is a one act ballet, divided into five scenes. Petit did not faithfully follow Bizet's score and had José dance to the habanera, the song used by Bizet to introduce the figure of Carmen. The premiere took place in London and it had an immediate success. One of the most popular scenes is the third scene which is characterised by a beautiful pas de deux between Carmen and José, a duet famous for its explicit erotic moves. Here are two links to this duet, one (which is preceded by Carmen dancing for José) performed by Zizi Jeanmaire who was the first to interpret Carmen, and Mikhail Baryshnikov, the other danced by Alessandra Ferri and Laurent Hilaire.

mercoledì 5 agosto 2009

cooking


cooking (cucinare)

- forse dovrei citare l'altro libro nel mio saggio...
- me**a!!

martedì 4 agosto 2009

frutto del ventre, frutto della mente (2)

"Il mio desiderio è sottrarre Maria al Potere e alla Verità, far sì che sia riconosciuto il valore di questo significante nel suo profondo significato; oltre a tener conto della necessità, che in esso si esprime, di una dimensione femminile del Sacro, io intendo questa icona come la tangibile testimonianza di un desiderio, finalmente riconosciuto da tutti, uomini e donne: quello di un orizzonte simbolico liberato da pseudo valori, quali la forza, il dominio, la volontà di potenza, la passione per il potere, esercitato sugli esseri umani e sulla natura.
Da sempre, invece, è la Chiesa a pretendere di dire l'ultima e definitiva parola su Maria".

Nadia Lucchesi, Frutto del ventre, frutto della mente - Maria, madre del Cristianesimo (Ferrara, Tufani, 2002), p. 21.

appello Leggere Donna

lunedì 3 agosto 2009

caldo


- aaaah!
- Dora, do you know where the fresh mint leaves are? I wanted to use them for the cous cous!

donna, non madre

donna, non madre
donna a metà
nonsolomadre
madonna
una donna
non è
una madre
cura
curatela
la donna
che non è madre

domenica 2 agosto 2009

elite

Il concetto di elite deve essere rivisto! Non ha necessariamente a che fare con un gruppo di intellettuali snob. E, dopo tutto, coloro che apprezzano solo stili di danza popolari come il balletto e il musical non sono forse anche loro un gruppo elitario?

sabato 1 agosto 2009

frutto del ventre, frutto della mente (1)

"L'unica figura veramente forte e non violenta, che ci viene dalla civiltà occidentale, è quella del Figlio inchiodato sulla croce in nome del Padre: come possiamo sperare che non siano tutti (...), alla fine, sedotti e incantati dalla morte? Come possiamo offrire loro la consapevolezza che c'è altro, un altro mondo, un'altra storia, un'altra verità? Come diventeranno padri che rinunciano a mettere in croce i loro stessi figli? Il fatto è che l'immaginario patriarcale non ha saputo fare della croce nient'altro che uno strumento di morte e ha voluto che essa si ergesse sopra un'umanità dolente, le cui più rappresentative personalità erano, e restano, femminili."

Nadia Lucchesi, Frutto del ventre, frutto della mente - Maria, madre del Cristianesimo (Ferrara, Tufani, 2002), pp. 9-10.

appello Leggere Donna