giovedì 13 agosto 2009

frutto del ventre, frutto della mente (recensione)


Nadia Lucchesi, Frutto del ventre, frutto della mente - Maria, madre del Cristianesimo, Tufani, Ferrara, 2002, pagine 116, € 11.

Questo libro è un viaggio inusuale nei meandri del Cristianesimo. Inusuale in quanto fatto seguendo le numerose tracce riconducibili a Maria, figura emblematica e centrale, ma sempre relegata ad un ruolo limitato dalla Chiesa cattolica. Lucchesi, rifacendosi a studi importanti come quello di Marina Warner, nota come, nonostante non vi sia quasi traccia di Maria nei Vangeli, ella ricopre un ruolo fondamentale nel culto cristiano, a cominciare dalle sue numerosissime apparizioni per continuare con il suo essere erede di culti antichissimi dedicati a divinità femminili come Iside.
Il libro è scritto in modo semplice per permettere una facile accessibilità, ma non è semplicistico nelle sue riflessioni puntualmente arricchite di citazioni. È suddiviso in otto capitoli dedicati ai diversi aspetti di Maria e del suo culto. Il primo è appunto dedicato al fenomeno delle apparizioni come quelle che Angela Volpini ebbe fra il 1947 e il 1956. Lucchesi sottolinea come la forza di questa lettura sia "nella sua 'debolezza', nello spazio che si lascia al dubbio, alle possibilità delle differenti interpretazioni. Al contrario, il disegno della Chiesa è sostanzialmente quello di imporre i propri schemi interpretativi", in quanto fra le sue preoccupazioni vi è quella di mantenere il rapporto gerarchico fra Dio Padre, Gesù e Maria. Il culto mariano, così profondo e radicato anche grazie alle apparizioni, ha portato e porta spesso la Vergine ad avere la loro stessa importanza, se non, in alcuni casi, ad avere una maggiore importanza rispetto a loro.
Questo porta a sondare il rapporto fra la Chiesa e Maria, argomento che viene trattato nel secondo capitolo. Secondo Lucchesi, la preoccupazione della Chiesa è "di gestire il 'monopolio' del Sacro, (…) di piegare le interpretazioni agli assunti dogmatici", come quello dell’Immacolata Concezione stabilito da papa Pio IX nel 1854. La Chiesa, nel corso dei secoli, ha riconosciuto tre attributi a Maria: il primo è tradotto con 'piena di grazia', ha a che fare con la 'contemplazione' di Maria, ossia con la sua trasformazione in tempio; il secondo è 'sempre vergine', attributo proclamato da papa Silicio nel 390 al Concilio di Costantinopoli; il terzo è quello di Avvocata, riconosciutole da papa Ireneo nel II secolo e riguarda la sua capacità di mediatrice.
La figura di Maria viene nel terzo capitolo studiata dal punto di vista storico-religioso, ossia indagando le divinità femminili ad essa precedenti. Citando il lavoro di Pepe Rodriguez, Lucchesi sottolinea come molto prima dell’avvento di Gesù, l’immagine della divinità fosse affidata ad una donna, alla Grande Dea che fu per lungo tempo l'"unico principio generatore dell’universo per la sua qualità partenogenica". Solo in seguito, dal secondo millennio a.C., il principio maschile ne prese il posto. Nell’ultimo capitolo questo discorso viene ulteriormente ampliato con riferimenti agli antichi culti della Madre Terra.
Nel capitolo quattro viene proposta l’immagine di Maria nei Vangeli canonici, apocrifi e gnostici e nel cinque si fa il punto della questione. Chi era Maria? Si chiede Lucchesi, collegando i ragionamenti fatti fino ad ora per arrivare alla sua tesi nel capitolo sei, ossia che Maria può essere vista come la madre del Cristianesimo, grazie alla sua funzione di mediatrice e alla "sua capacità di trasformare una religione misterica in una buona novella per tutta l’umanità". Nel penultimo capitolo, Lucchesi ci parla di cosa è successo grazie alla figura salvifica di Maria, che viene accostata ad Eva in quanto ne prosegue l’opera accettando l’imperfezione dell’essere umano e annullando "l’idea della colpa originaria" attraverso la nascita dell'"Uomo-Dio, in carne e ossa”. La tesi dell’autrice è interessante e ben documentata e, come già sottolineato, mostra un volto diverso del Cristianesimo, un volto scevro dalle rigidità ecclesiastiche e intriso di culti e rimandi che hanno nutrito e continuano a nutrire il culto della Vergine.

appello Leggere Donna

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