domenica 28 giugno 2009

storie inquiete e disorientate (2)

"Un pensiero gli lacerò di schianto il cervello: i gas!
Indossò la maschera che già la gola gli sembrava di fuoco e corse fuori inciampando. Tre uomini, pure con la maschera antigas e i vestiti a brandelli, stavano trascinando Luigi verso la capanna. (...) Chiese perché si dichiaravano suoi prigionieri.
Il suo interlocutore scrisse che avevano fame. In Austria non c'era assolutamente più niente da mangiare; sapevano che in Italia ce n'era anche per i prigionieri, cibo americano. 'Was für ein Gas?' scrisse Diamante.
La risposta fu: iprite.
L'iprite era un gas urticante, aggrediva le parti umide del corpo, gli occhi, il naso, la bocca, le ascelle, gli inguini; (...). Verso sera arrivarono in condizioni terrificanti nella baracca del Comando del 3° artiglieria pesante campale da cui Diamante era partito una settimana prima. L'ufficiale di turno li guardò esterrefatto.
'Sottotenente Diamante Publio - rantolò il plurivolontario - un ferito e tre prigionieri
'".

Giuliana Pistoso, Storie inquiete e disorientate (Ferrara: Tufani, 1996), p. 31.

appello Leggere Donna

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