domenica 27 marzo 2011

coca-cola light

Nel 2010 la coca-cola light ha lanciato uno spot popolato di marionette dal corpo esile e la testa sproporzionatamente grande rispetto al corpo. Qui lo spot. La scena è ambientata in un ufficio dove un'impiegata viene sommersa di lavoro dalla sua responsabile il cui look ricorda quello di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany (1961) (qui una foto). L'impiegata sbuffa esasperata e la collega la esorta a prendersela con leggerezza e a bersi una coca-cola light. Lancia quindi una monetina verso il distributore automatico delle bevande e magicamente centra il bersaglio. A questo punto inizia la canzone "Maniac", la nostra impiegata sale sulla scrivania (la telecamera fa un eloquente primo piano sui suoi piedi adornati di sandali con tacco alto) e, seguita da due colleghe, inizia a ballare, facendo poi un salto con una gamba tesa in avanti e l'altra piegata ad angolo dietro. Il resto delle impiegate e impiegati le seguono.
La danza è una danza di gruppo curiosamnte ordinata, in cui si eseguono soprattutto dei passi ritmati enfatizzati dai movimenti delle braccia che non sono però ben visibili. Arrivati vicino al distributore automatico completo del logo della coca-cola light, i movimenti si fanno un po' più fetish con il torso piegato in avanti e la mano destra che percuote il proprio sedere per tre volte. A questo segue un altro passo in avanti e uno slancio della gamba sinistra. E' attraverso questo slancio che la nostra impiegata centra il pulsante che le eroga la lattina di coca-cola light. Lo spot si conclude con l'impiegata in primo piano che sorseggia la bevanda e le sue amiche che in secondo piano si muovono in modo sconclusionato appoggiandosi l'una alla schiena dell'altra.
L'idea delle marionette rende lo spot particolare e ironico, oltre che permettere la messa in scena di passi di danza di difficoltà elevata come il salto dalla scrivania, senza l'ausilio di danzatrici professioniste. Le marionette sono tutte magre e vestite con abiti trendy. In particolare la protagonista dello spot indossa un vestito corto lilla e dei sandali che le faciano i piedi. Ha i capelli lunghi, lisci e rosso fuoco. Assieme alle sue amiche colleghe incarna perfettamente il tipo spensierato e spregiudicato alla Sex and the City.
Questa miscela di fashion e leggerezza acquista senso e spessore grazie alla canzone che molti apprezzano per il ritmo accelerato, molti ricordano come una hit degli anni Ottanta e solo alcuni riconducono al film culto che l'ha lanciata, Flashdance (1983). Questi ultimi probabilmente non gradiranno l'uso parodico e farsesco che del pezzo viene fatto nello spot. Nel film infatti la canzone viene inserita in un momento clou del riscaldamento della protagonista, qui la sezione al riguardo. Come si può notare, anche in questo caso si ha un primo piano sui piedi, ma essi sono scalzi, bendati e avvolti in caldi scaldamuscoli, dettagli tipici di un danzatore di danza moderna o contemporanea. La sequenza alterna primi piani del viso dell'attrice Jennifer Beals, del bacino e pelvi in movimento e di tutto il corpo sprattutto in esercizi a terra. L'insistenza dei ripetuti primi piani sulle pelvi tende ad eroticizzare la sequenza ed a reificare l'immagine della danzatrice nell'atto di scaldarsi. Inoltre va ricordato che non essendo Beals una danzatrice professionista fu arruolata una danzatrice per rappresenarla nelle sequenze danzate.
Il raffronto fra le marionette dello spot e la danzatrice in carne e ossa nel film evidenzia una visione molto differente del corpo danzante. Nel primo caso, il movimento viene eseguito con assenza di gravità proprio per le caratteristiche delle marionette e l'ambientazione utilizza il movimento come pretesto per un messaggio ironoco e scherzoso, mentre nel secondo caso la danza è il motore stesso della sequenza, il fulcro attorno al quale anche la canzone ruota (il ritornello recita "She is dancing like she has never danced before", ossia "sta danzando come mai prima"), il senso di gravità tipico della danza moderna proposta negli anni Ottanta è funzionale al movimento e al senso stesso della danza come espressione di fatica, sacrificio e lavoro.

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