lunedì 26 settembre 2016

dismessa


Cella monacale di Martin Lutero.


































il soffocamento
continua
aria dismessa
in rimessa
chiavi arrugginite
ossa incancrenite
pugnalate alle spalle
trafiggono la pelle
il dolore
ristagna
dentro
velenose ciambelle
e l’amore
resiste
esiste
nelle nude celle

martedì 23 agosto 2016

camminare

























camminare
camminare
questo il senso
del mio
al mondo stare
un passo
dietro l’altro
incedere scaltro
ci vogliono
scarpe buone
per percorrere
certe zone
e il bagaglio?
cosa portare
cosa lasciare
temo uno sbaglio
mi sento allo sbando
ritrovo
un vecchio grande
zaino daino
coraggio
compagno
di viaggio
pesante troppo
occorre
togliere
qualche drappo
il maglione
bello
color caramello
e i pantaloni
marroni
si fanno aquiloni
or sì
si parte
faccio solo
un giro di carte
a mo’ di buon
auspicio
micio arte
che mi condurrà
su Marte

domenica 14 agosto 2016

ferro da stiro


Cadeau, Man Ray.



































ferro da stiro
nuovo
già rotto
che botto sbotto
sferro il ferro
sul pavimento
smarrimento
altra onta
che (s)monta
inganno rabbia
affanno gabbia
sconto
pena
non commessa
soy
leonessa oppressa
occhi vigili
addosso
scrutano
il mio dosso
ogni dì
sovraesposto
scomposto
uovo
della privacy
deposto
riposto
in armadio
ascolto la radio
mi sento uno stadio
caldo il ferro
non è
molto meglio
farsi
un bel tè
aspetto te
amo-re
un tuo
dolcissimo
bacetto
per dissipare
ogni
dispetto abietto

mercoledì 3 agosto 2016

Tre poesie – Sunday Bloody Sunday


Gilles Peress, William Street, Derry, 1972.

























Sunday Bloody Sunday

canta Bono
voce microfono tuono
gelato suono
30 gennaio 1972
strage bue
ingiustizia
che vizia
l’inerzia
di chi
inizia
un percorso
di protesta
sangue
domenica
insanguinata
spada sguainata
gente brutalizzata
dagli spari
amari avari
di pietà e rispetto
per chi non sta
sul loro stesso parapetto
no more
no more
no more
how long how long
must we sing this song
how looooong
beware
you are now entering free Derry
mio caro Larry
e Jerry non avrebbe riso
né deriso la tragedia
crudele inedia
qui non si scherza
si va in terza
e si scrive
del carrozzone
del male
per poterlo finalmente estirpare
no more
no more
no more


We can be as one

tonight amore
amore mio
vulcano diavolio
lottiamo
insieme
ammattiamo
il male banale
mutiamolo
in statua di sale
facciamo l’amore
sul suo davanzale
ti prego
lego
il mio io al tuo
assaliamo il suo dio
col nostro
dissoluto scintillio
di membra appiccicate
sudate di sesso affamate
non mi lasciar sola
non abbandonare la bagnarola
sei qui inme
siamo due meravigliose anime


Non si ferma

la canzone
verso la fine
decresce
ma non esce
dal ritmo
non si ferma
resta nella cisterna
di sangue
e riprende la sua parte
ad arte
nel crollo
mette le ossa rotte
in ammollo
è lì che occorre
re-stare
sul re-set
ricominciare
a combattere
con le parole
lettere
frasi emettere
per nulla omettere
e dissipare l’omertà
pace mietere
con le nostre verità

domenica 31 luglio 2016

falò


























sono entrati
nel nostro
amore
sbudellandolo
senza onore
né sosta
qual è
esattamente
la posta
in gioco
ora c’è
il vuoto
e qualche
pezzo
di noi
che vaga
e voga
io ti amo
anche
se più
nonsono
TI AMO
e sempre ti amerò
niente
si può fare
per demolire
questo
poderoso
fiammeggiante
falò

frittata


Foto tratta da Colla&Cannella.


































sono entrati
nella mia vita
soffocante
azione infinita
amici
cancellati
vicini
inquinati
bidone
dell’immondizia
rovesciato
fruttivendolo
affannato
le uova
arrivano
lunedì
morire
morire
morire
di caldo
la tabacchiera
recita lì
aria
contaminata
nessuna
libera
facciata
esistenza frittata
spappolata
e lo STUPRO
continua
nella
quasi totale
indifferenza
di una società
che è solo
immobile
carenza

foca


Foca leopardo, foto Paul Nicklen.

























sono entrati
nella reale
casa
abitazione
della mia
relazione
col mondo
che non ha
più nessun
recondito
sfondo
han toccato
le mie cose
libri libriiii
abiti
cibo
computer
STUPRO
STUPRO
STUPRO
super
ficie
feci
della mia faccia
disfatta
han piazzato
i loro occhi
dappertutto
incubo
davvero brutto
lutto
dell’identità
che più
non ce la fa
soffoco
foca
spendibile
nel complesso
quadro
fotosensibile
e
ovviamente
imbattibile

sono entrati


Birds, river Po, foto AnnaG1973.



























sono entrati
nelle virtuali
case
pensavo
fosse
una fase
e invece
sono entrati
per restare
co-abitare
controllare
le porte
STUPRO
STUPRO
STUPRO
spaiare
le carte
imbrigliare
la mia voce
che non
ha quasi
più foce

giovedì 28 luglio 2016

mi chiedo


























mi chiedo
penso
rifletto
controsenso
sul tetto
del buonsenso

mi chiedo
cosa accada
nella testa
di chi è già
fuori strada
cosa accada
perché tutto
cada
inarrestabile
sciarada
violenza
senza
alcunaalcuna
clemenza
dov’è dov’è
la coscienza
creanza
rispetto
decenza
tutto
si è fatto
distruzione
premendo
sull’acceleratore
del potere orrore
scuoiando
viva
la sottoscritta
che si vuole
inerme
derelitta
e zitta

mi chiedo
e nessuna
risposta
prevedo

martedì 26 luglio 2016

dragonfly


Dragonfly Woman, Remedios Varo.  





















































where are you
my love
my succulent
garlic clove
the dragonfly
is here
ready
to ear
your voice
and give you
a good advice
am 
your dragonfly
and 
you 
are 
mine
there is no possible
good bye
between us
only
a temporary
absence
of kisses
caresses
much missed
blisses
I look
at your
photo
and cry
you look back
and give me
the sweetest
smile
I am here
waiting
for you
I am here
yearning
for your dew

venerdì 22 luglio 2016

amore carbonaro

























svuotata
di senso
cavità
di magma
denso
immenso
miro
il faro corsaro
amore carbonaro
di vita
fonte
ridona
l’orizzonte
riaccende
la speme
che freme
nelle creme
del desiodiavolio
brulica brulica
infuocato brio


(premere invio)

lieto sia




























lieto sia
questo colle
io
per ora
resto
a valle
volle
l’alieno
umiliarmi
deturparmi
violentarmi
io
non ho
fretta
indosso
una berretta
di lanetta
attendo
nella cameretta
il ritorno
della mia
penna
ceretta

lunedì 11 luglio 2016

Ma il mare dice no




Anni fa sono stata folgorata da un piccolo libro pubblicato dalla casa editrice L’ippocampo, Dal vulcano al caos – Diario siciliano di Edith de la Héronniére. Un racconto intenso e vivido, una scrittura preziosa, un viaggio del corpo e della mente, un viaggio che, come spesso sono i viaggi, porta alla scoperta di se stessi.

Ma il mare dice no della stessa autrice non ha la medesima verve e capacità evocativa. La prosa risulta semplificata e molto più scorrevole. La preziosità del libro risiede però nella scelta del tema che ruota attorno alla parola ‘no’, “un ponticello seguito da un cerchietto: due lettere in tutto. Una sillaba insignificante, quasi sibillina. L’avverbio più semplice del mondo e tuttavia sufficiente a provocare scosse le cui onde, lungi dall’esaurirsi, toccano punti nevralgici, disturbano, suscitano interrogativi e alla fine sconvolgono”. E questo avverbio è il comun denominatore di dieci personaggi letterari celebri per il loro no: ce n’è per tutti i gusti e le epoche, da Antigone di Sofocle a Bartleby di Herman Melville o Cosimo protagonista de Il barone rampante di Italo Calvino.

Quasi tutti periscono per via del loro ‘no’ e quasi tutti mettono in discussione il sistema che li circonda, creando “una frattura nell’ordine delle cose”. De la Héronniére ci introduce nel mondo di ogni singolo personaggio quasi in punta di piedi senza rivelarne subito l’identità, senza soffermarsi sullo scrittore o scrittrice che l’ha creato, ma fornendo il quadro entro il quale si muove riflettendo sulla sua scelta.

Antigone, sorella di Polinice, deceduto nel duello mortale contro il fratello Eteocle, contesta l’editto dello zio di lasciarlo senza sepoltura e gli disobbedisce. Questa sua decisione è dettata non “da un divieto penale ma dalla pietà per i defunti, da una tenerezza fraterna più forte e più illuminata dei conflitti umani e da un rispetto per la morte che deve indurre l’uomo alla tregua”.

Il ‘no’ di Bartleby è più esasperante di quello di Antigone, diviene muro fragile e indissolubile fra la sua esistenza e il resto dell’umanità, compreso il suo datore di lavoro che ne viene travolto. “Il mistero è rinchiuso in un condizionale”, quel suo “preferirei di no” che sembra lasciare aperte possibilità di cambiamento che non giungono e lo conducono all’autodistruzione, alla cancellazione del sé, “dal fare all’essere, si arriva al giorno in cui lo slittamento progressivo del no raggiunge la sfera del non-essere: una mattina il capufficio è costretto a constatare che Bartleby non è più”.

Cosimo è un personaggio surreale e ironico che un giorno decide di arrampicarsi sull’elce del parco di casa e non scendere più. Motivo apparente il rifiuto di mangiare il piatto di lumache cucinato dalla sorella. La sua decisione sarà irrevocabile e mostrerà le difficoltà e le gioie che ad essa si accompagnano, “burlone ma sovversivo, dopo avere abolito l’ordine non lo sostituisce con il caos. Restaura piuttosto i valori dell’amore, della bontà, della cultura, dell’aiuto reciproco, dell’intelligenza pratica e teorica, ponendo al di sopra di tutto quello della lettura”. Non si lascia quindi andare ma abbraccia la sua scelta con audacia e spirito di iniziativa oltre che generosità. Vi è una sorta di contrapposizione dicotomica fra albero e terra, nel primo egli trova la libertà anche se a caro prezzo, nella seconda emerge l’ambiente oppressivo della famiglia e della società.

Lo stile diretto del libro offre uno sguardo fresco sul tema del ‘no’ e sulla sua assolutezza spesso devastante. Altri personaggi inclusi sono Cyrano di Bergerac di Edmond Rostand, Zybin protagonista de La facoltà di cose inutili di Jurij Dombrovski, Montag personaggio principale di Fahrenheit 451 di Ray Bradbury e Ana di Ana no scritto da Agustín Gomz Arcos.

giovedì 7 luglio 2016

la chiave



















la chiave
di accesso
al messaggio
ascesso
mio mondo
s-connesso
scoprire
l’intrusione
porte
aperte
allo stupratore
PC
violato
cellulare
sballato
io perduta
nel mio contado
allagato

commiato
boato
cagato
sventrato

il contentino
























e le diedero
il contentino
anche quella sera
dopo la bufera
della sua 
voce
noce
di sventure
inclusa
l’autodistruzione
unico bene
di scambio
che avea
in quella
rosea
reclusione

tu sei


Hakanai di Adrian M e Claire B.



tu sei
la mia
linfa vitale
ditale
animatore
protettore
contro
l’ago spago
trattore
che sottrae
ossigeno
al mio
terrigeno
liquido
grazie a te
il filo
intreccia
parole
camiciole
per abitare
carezze
ebbrezze
e sopravvivere
alle stranezze
brutte
luridezze
della
prigionia
ipocrisia
allergica
al rispetto
del mio
in-visibile
campetto
balletto

codici



































raffinati
codici miniati
sfarzosamente
intarsiati

occorre
intensa
intesa
densa
capienza
di riferimenti
alimenti

occorre
costanza
elegante
alleanza
per affinarli
acchiocciolarli
in spire
sfere
di inediti
concetti
reconditi

occorre
l’amore baciatore
attivatore
di meccanismi
crismi
logici
sensati
per scorgerne
gli scintillanti
significati
cifrati

mercoledì 6 luglio 2016

aiuto


foto di Sue.




























aiuto

parola
acuto
atto
senza
fiuto
sfinito
meglio
se taciuto

aiuto

mondo
caduto
caduco
minuto
allungato
al collo
detenuto

aiuto

grido
insoluto
a terra
sbattuto
col cemento
combattuto
reso
tombale
muto

punge




































richieste
di amicizia
ingiustizia
immondizia
energumeni 
in divisa
bussano 
alla porta
pressione storta
ansia e timore
sfugge
il timone
la nave-me
barcolla
l’albero maestro
si incolla
spero nel vespro
di quest’ansia
lancia
che punge
lo spazio vitale
cinesfera
assiale
appesa
alla fune
di un
Archimede
privo di leve
e fede