domenica 28 dicembre 2008
nel nome di minerva
sabato 27 dicembre 2008
come on over
Come On Over (2007) is the first piece of lamb|da, “an outlet for the dance/poetry performance work of Clare Thurman and Nathan Thomas” (lamb|da website). Clare is a dancer and choreographer, while Nathan is a poet. They worked together at this piece for about ten weeks. Nathan would bring his poems and they would talk about them. Then Clare would bring other material and this would inspire Nathan. The piece has no music, the rhythm is given by the sound of Nathan’s voice while he utters his poems and by silence. There are five sections, each represented by one of Nathan’s poems. The stage is initially characterised by a square made of pages, Clare walks on them throughout the perimeter of the square, then Nathan comes in with a chair that he places in a corner. He sits there and starts reading aloud while Clare starts dancing.
According to Edward Nye poetry and dance are connected by their shared focus on dynamism: “poetry is understood necessarily to be in motion, or else it ceases to be poetry” (Nye, 2005: 108). Nathan and Clare worked on the idea of boundaries and on their need to cross them. They talked about the word ‘boundary’ itself, its emotional and physical resonance. Come On Over, in this respect, is a stimulating result.
In several bits Clare’s movements recall the idea of boundaries, for example in the first section when she places her arms in second position and stands in releve for a few seconds. She looks as if she were about to lose her balance (clik here to see a photo and here to see a video extract). Or, in the third section, when she stands on the chair centre-stage and then slowly rotates with one leg bent and the other straight out in the space. During these second set of movements, Nathan says:
stuck in this circle
called self, this circle
called home
why does she feel
homeless
and outside of this circle
is another circle
and beyond that, another
and another and another
planes of orbit
round a star starved of hydrogen
As these lines show, his poems also reflect the dynamism given by the idea of boundaries with the repetition of the significant word ‘another’ and with a lay-out which seems to be contributing to the choreographic process. Furthermore, after each section the stage is silently altered as Nathan and Clare take turns in removing the pages that marked the square, another boundary to be erased and dissolved. Nathan also tears to pieces some of these pages. In the end, Clare once again opens her arms in second position, a welcoming gesture, a gesture that, in a way, embody the title of the piece. Nathan walks towards her and lets the torn pages fall on her.
piove sul nostro amore
thinking of giving up?
have a beer
I don't drink alcohol
have a coffee
I don't drink caffeine
have some milk
I don't drink milk
what then? dance? write?
maybe
dance or write?
both
!?
venerdì 26 dicembre 2008
lunedì 22 dicembre 2008
fuori norma
"Il silenzio. Un silenzio che copre le storie, le loro, e nel cancellarle nasconde un po' anche le nostre. Desiderio di visibilità lesbica, che non è petulante affermazione di sé ma legittima necessità di tracciare linee avanti e indietro nel tempo di ognuna, nella storia, linee che come rami di un grande, maestoso albero, collochino le storie, di loro, ma anche di noi, in un tessuto, in un organismo, vivo, forte, con salde radici e una miriade di foglie, fiori e frutti, che sono ancora, e per sempre, le loro e le nostre storie e quelle che verranno."
appello Leggere Donna
sabato 20 dicembre 2008
back series (3)
[...]
"Whitegirl. That's what she called it. I've never seen it and never will. But that's what she said it looked like. A chokecherry tree. Trunk, branches, and even leaves. Tiny little chokecherry leaves. But that was eighteen years ago. Could have cherries too now for all I know."
Toni Morrison, Beloved (1987)
back series (2)
a back is a central part of your body, my back is the central part of my body, isn't it?
the back sits there 'behind' me and still being me, watching my back is impossible without the mediation of a mirror or of somebody else's perspective...I can 'only' perceive my back, feel it while it moves...I cannot use my eyes, eyes are sometimes a hegemonic inglobalisation of s/objects...
giovedì 18 dicembre 2008
seguita (?)
appello Leggere Donna
Inoltro questo appello di Luciana Tufani e apro questo spazio dedicato a Leggere Donna e ai libri della casa editrice Tufani per aumentarne la visibilità e dare il mio piccolo aiuto.
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Alle collaboratrici e ai collaboratori, alle/agli abbonat* di Leggere Donna
e ad amiche, amici, lettrici, lettori, simpatizzanti e a tutte le persone che sono o potrebbero essere interessate a che Leggere Donna e le edizioni Tufani continuino ad esistere
L’aumento dei costi di gestione, che non corrisponde a un aumento delle vendite ma anzi a una sempre più difficile presenza nelle librerie, rende sempre più faticoso riuscire a sopravvivere per una rivista che non gode di sovvenzioni né di entrate pubblicitarie.
In un momento in cui non rimangono quasi più voci che si oppongano alla deriva della politica ufficiale e all’indifferenza con cui la società accoglie le sempre più gravi prese di posizione contro ogni diversità, mi sembra essenziale che sopravvivano quelle poche realtà che in un qualche modo cercano di reagire a questo terribile stato di cose, se non altro per dimostrare che esiste ancora un dissenso. Per questo motivo non vorrei rinunciare proprio ora a pubblicare ma anzi vorrei impegnarmi con tutte le mie forze per la rivista e la casa editrice. In questi anni l’ho fatto al di là di quanto sarebbe ragionevole, intendo farlo ancora ma devo darmi un limite oltre al quale non posso e non devo continuare.
Gli incoraggiamenti non mi sono mai mancati, né le manifestazioni di stima. Chi collabora a Leggere Donna vedrebbe con molto disappunto la chiusura di uno spazio in cui esprimersi liberamente, le lettrici ogni volta che non ricevono la rivista scrivono o telefonano per dire che l’aspettano con impazienza e ne sentono la mancanza. Tutto questo mi fa piacere perché dimostra affetto e interesse, ma non basta. Non bastano le manifestazioni di solidarietà e gli incoraggiamenti, non bastano la stima e l’affetto.
Purtroppo ci vogliono azioni concrete. Se anche voi pensate che il mio lavoro sia utile, è il momento di dimostralo con i fatti.
Un giornale ha senso che esista se vende, se viene letto dal maggior numero di persone possibile. Lo stesso vale per i libri della casa editrice: è inutile che mi si dica che sono bellissimi se poi ben pochi li comprano, li leggono, li regalano.
È il momento di abbonarsi e riabbonarsi, regalare abbonamenti, promuovere la rivista; comperare anche i libri e regalarli in ogni possibile occasione al posto di altri regali.
Mi sono data come scadenza la fine del 2009, se i risultati saranno solo stima e incoraggiamenti dovrò rassegnarmi a prendere atto che la necessità di una rivista e di una casa editrice come le mie è solo una mia illusione. Il lavoro di questi anni mi ha dato molte soddisfazioni ma non posso continuare a indebitarmi oltre, sarebbe suicida. Ho sempre pensato che per chi scrive per Leggere Donna o per chi la legge il farlo fosse un atto politico; se mi sono sbagliata, è giusto che la consideri un’esperienza importante che mi ha dato molto ma da concludere finché sono in tempo.
L’abbonamento 2009 verrà gestito dal distributore Licosa
e costerà 35 euro per l’Italia e 45 per l’estero.
Ciascuna copia costerà 7 euro
L’aumento del prezzo è dovuto alla percentuale da lasciare al distributore. Contrariamente a quanto avveniva in passato, il distributore non invierà ugualmente le copie anche se l’abbonamento non è stato rinnovato in tempo.
È possibile rinnovare o sottoscrivere l’abbonamento anche direttamente presso la casa editrice utilizzando il cc/p 10836443 intestato a Leggere Donna
Obbiettivi per il 2009:
triplicare gli abbonamenti pagati
aumentare le vendite dei libri: chi legge Leggere Donna compri anche i libri, li regali e non li presti, in tutte le occasioni regali i libri della Tufani ed.
Luciana Tufani
sabato 13 dicembre 2008
back series (1)
ragù
venerdì 12 dicembre 2008
london by night
mercoledì 10 dicembre 2008
material from ballet-dance (Graham)
Errand into Graham's Maze: The Martha Graham Dance Company in Italy (April 2007)
An Interview with Susan Sentler: Exploring Martha Graham's Primitive Mysteries (December 2006)
Graham Pleasing and Political, Martha Graham Dance Company (March 2004)
Satyric Festival Song, Martha Graham Dance Company (December 2003)
deadlines
Mi abbraccia la cattedrale di Valencia, es un abrazo frío pero intenso. E intanto combatto una lucha sin fronteras, una lucha con mi escritura che non si sa come andrà a finire. Rispettare le scadenze di consegna di un saggio è sempre una scommessa. La mia lotta corpo a corpo con una massa critica che si ostina a non volersi dipanare, è dura, durissima, specie per il fatto che sono in mezzo al nulla (distante da biblioteche accademiche, distante da una comunità accademica con la quale confrontarmi), nella vita frenetica di una città di provincia con appena una o due ore al giorno per scrivere e studiare.
lunedì 8 dicembre 2008
conferences
Conferences are a tour de force, when I say that I have been away for a conference, people usually tell me, "Oh wow, you have been to Valencia, did you see this? Did you go there?", my answer is usually displacing: "No, I did not!". In these occasions you stay inside the conference venue for most of the time, you cannot do the touristy things. During my staying in Valencia I had the rare chance to walk around the city for an afternoon (will soon post some photos). However, for what concerns the Valladolid conference, I basically had no time for anything. A consolation were the buildings where I stayed. In the photo you can see where the Valencia conference took place, it is an amazing construction, isn't it?
sabato 6 dicembre 2008
jesi la città molteplice
Ieri sono stata alla mostra di pittura "Jesi la città molteplice" di Andrea Silicati (associazione artistica il Camaleonte) a cura di Roberto Gigli presso il Palazzo dei Convegni della città. E' una rivisitazione degli scorci antichi e moderni della città di Jesi (Ancona), nelle Marche. L'uso non narrativo del colore e la stilizzazione del segno fanno di questi quadri un percorso intenso sia per chi conosce la città che per coloro che non l'hanno mai vista. La mostra termina domani, ma spero che sia l'inizio di un percorso più ampio.
venerdì 5 dicembre 2008
la muerte (cara roja)
cada noche me acuesto con la muerte
ella me habla
yo no la entiendo
pero sé que vive acerca de mí
tiene una cara roja,
la muerte,
una cara roja de sangre viva,
me sonrie
pero yo no sé lo que decirle
se mueve con migo,
la muerte,
como una sombra de aire y luz,
suave
puntual
yo no la veo pero la siento
speak to me
io ascolto parlami che
mi metto seduta e ascolto
metto una mano sull'altra
parlami e ascolto."
Mariangela Gualtieri
speak to me
he said
I do not have anything to say
she said
tell me something
I want to hear your voice
and she spoke
and she did not say anything
she just produced sounds
he did not understand them
but he smiled
she did not smile
she left
leaving the room full of silence
dal vulcano al caos
Edith de
Un minuto scrigno di pagine avvolte da una copertina dai colori vivaci: verde prato, giallo sole, rosso tiziano, arancione…i colori rappresentano la visione a tinte forti di un quadro di Nicolas de Staël intitolato Sicilia e conservato al museo di Grenoble in Francia. È questo il primo contatto sensoriale (di vista e tatto soprattutto) con il libro di Edith de
È questo quindi un viaggio che si fa percorso conoscitivo e catartico, a volte frammentato, a volte ironico, a volte emozionante. "All'inizio del viaggio, c'è questa confessione: 'Sono perduta'. Qualcosa d'immenso mi stringe il cuore.(…) Afferrerò il filo di questo sconforto e lo seguirò passo passo." Il viaggio in realtà è fatto di quattro viaggi, ma tutti riassumono un modo di porsi che esime dall'atteggiamento standard della specie del turista e che tenta di vedere l'isola e i suoi abitanti con occhi diversi, occhi estranei a quel panorama, ma non per questo meno attenti. È forse per questo che "
La prima tappa del primo viaggio, come suggerisce il titolo, è quella fatta a Stromboli la cui continua eruzione snerva l'autrice che pure decide per la scalata, immaginando una morte fatta di fusione all'interno del cratere. "Sarebbe stata una fine alchimica. Un'opera al bianco, al rosso e poi al nero. Un semplice cambiamento di colore e di stato." L'ultima tappa è a Caos, luogo di origine di Pirandello, dove è il mare a fornire la chiusura del testo e col mare, il senso di movimento, della vita che scorre e cambia. Come "il pino a ombrello sotto il quale sono state suggellate le ceneri di Pirandello" e che un fulmine ha ridotto ad un troncone. Fra questi due luoghi, molti altri vengono presentati secondo una poesia di linguaggio e ricercatezza di immagini suggestiva e mai ovvia. Catania viene evocata attraverso l'elefante di lava in piazza del Duomo, posto quasi a mo' di "talismano contro le eruzioni dell'Etna", Enna attraverso la figura di Demetra, Palermo con quella di Cagliostro e Agrigento con le tele di Nicolas de Staël.
Assieme ai luoghi si aggiungono le persone, con le loro storie e manie. Come quella del Professore, esperto di Pontormo e Manzoni che ospita de
giovedì 4 dicembre 2008
choreosophy
mercoledì 3 dicembre 2008
bruciato vivo
disco inferno
burn baby burn
fermo e serafico
se ne stava
durmiendo
sulla sua panchina
preferita
la calma del sonno
il respiro regolare
e poi il fuoco
le fiamme lo hanno avvolto
e quasi ucciso
Italy is definitely a civilised country