sabato 31 gennaio 2009
visual intifada
Segnalo questa iniziativa di Inguine. Visual intifada è un blog (e non solo) che pubblica immagini di artisti inspirati alle porcherie che hanno fatto e stanno facendo a Gaza.
dancy mary (3)
When the angel Gabriel came to tell Mary that she would give birth to the Son of God, she was trying a new move. Her left arm up and her legs slightly bent. It felt good, a tension of muscles and energy was running through her body, what would come next? Maybe a fall from her back, maybe a kick of one of her legs.
martedì 27 gennaio 2009
London (flash-back) - 1
I am about to leave for London again (Feb 4-8) and I still have not written (because write I must) about my past experience from last November. One night, after leaving the Royal Opera House (I had the luck to see the Royal Ballet triple bill for 10 pounds, isn't it crazy??? Thanks to a dear friend, N.), I stopped to watch a guy singing and playing his guitar in the Covent Garden Square. After a few seconds I realised he was singing in Italian, he was Italian and around him a group of Italians were singing with him. Jesus, it was unreal! Some English-speaking people stopped amazed at that strange event, it looked as if he had brought his fans with him, but it had just happened. He probably knows that London is 'infested' with Italians and that it is enough to push a button (in this case the music button) and there you go, they come out of their 'hiding holes' like ants, happy ants.
sabato 24 gennaio 2009
la violenza continua...
...imperterrita sui corpi delle donne. Una violenza che ha radici antiche e ben salde nel nostro paesello. Questa violenza è solo la punta di un iceberg immenso che continua a ridurre le donne a oggetti del desiderio, contenitori per la procreazione ed esseri destinati (non devoti) alla cura. Non se ne può più. Perchè fa notizia lo stupro di uno straniero nei confronti di una italiana e non quello di tanti tantissimi italiani che violentano le italiane e le straniere?
per alcune riflessioni rimando ai seguenti link: femminismo a sud, maschileplurale e controviolenzadonne.
per alcune riflessioni rimando ai seguenti link: femminismo a sud, maschileplurale e controviolenzadonne.
venerdì 23 gennaio 2009
corinna bille
A questo link, una video intervista in francese, interessante per capire la poetica della scrittrice svizzera e l'importanza del Vallese nelle sue storie.
appello Leggere Donna
appello Leggere Donna
emily dickinson (while writing)
mercoledì 21 gennaio 2009
tiger dancing
In 2006 Henri Oguike recreated a piece inspired by William Blake's "The Tiger". He worked on the rhythm of the poem rather than its significance. Here is a link to an article I wrote on an open rehearsal of "Tiger Dancing". I still have not seen the piece live, but from what I saw that day, it is a great work!
lunedì 19 gennaio 2009
la damigella selvaggia (recensione)
Corinna Bille, La damigella selvaggia, trad. e cura di Monica Pavani, Tufani, Ferrara, 2002, pp. 171, € 12.
I racconti di Corinna Bille sono pieni di sorprese e precipizi. C’è quasi sempre una curva pericolosa che scuote il lettore e la lettrice in modo inaspettato. Prendiamo il primo racconto, “La damigella selvaggia” che dà il titolo alla raccolta e che le valse il premio Goncourt nel 1975. Una giovane donna si ritrova a vivere nella foresta dopo aver assassinato il marito e incontra il signor A., un uomo del quale si innamora e col quale ha una surreale storia d’amore. Il finale sgonfia tutto il crescendo della narrazione. Egli, dopo essersi allontanato dalla dimora dove l’ha lasciata, si dimentica di lei e Bille ci mostra questo evento con sarcasmo: “Come tutti quelli che hanno solo un paio di questioni di cui preoccuparsi, il signore A., per quanto fosse ingegnere, era distratto. Aveva di quelle distrazioni che inteneriscono o irritano. (…) Ma dimenticarsi una ragazza? Lui, una volta tornato nella sua città, provò un certo sollievo. Quella tensione perpetua l’aveva stancato.” La storia ha una vaga risonanza con La briganta (1990) di Maria Rosa Cutrufelli dove la protagonista pure uccide il marito per intraprendere un percorso fitto di avventure attraverso le quali prenderà forma una consapevolezza di sé come donna indipendente. Nel caso della damigella selvaggia, questa consapevolezza si perde nei meandri della foresta e nella sua relazione amorosa.
In questo, come negli altri racconti, l’altra protagonista è la natura che con la sua forza incede e invade le strade delle storie, spesso attraverso fusioni alchemiche. La damigella selvaggia ad un tratto sembra intrecciare una relazione di questo tipo con il rumore del torrente: “Ascoltò il rombo del torrente. Diventò il ronzio del suo sangue, lo scorrimento puro del suo sangue.” Questa alchimia trova soluzioni quasi fiabesche ne “La donnina delle zucche”, dove una donna nana sembra il risultato ibrido dell’unione fra zucca e essere umano. I ragazzi che la scovano provano un grande stupore nel vederla danzare e nell’esaminare il suo corpo tondo: “le labbra del suo sesso socchiuso ci meravigliavano per il loro colore metà rosso e metà violetto. Ma non ci riuscì mai di sapere il numero esatto dei suoi piccoli seni dondolanti…”. La natura in questione è quasi sempre quella del Vallese, cantone svizzero e terra natale della scrittrice. Come sottolinea Monica Pavani nella postfazione, “lo sprofondamento reale nella terra o comunque nel fango, nelle acque acquitrinose di cui è ricco il paesaggio vallesano, è un atto sacrale e carnale insieme.” Come nell’ultimo racconto, “L’ultima confessione” dove la protagonista in uno stato estatico addirittura copula con gli alberi: “All’alba, un giorno, credetti perfino che un ciliegio prendesse vita, mi abbracciasse con i suoi rami dal fogliame amaro: aveva la pelle dolce e mille mammelle fresche. Al levar del sole, mi trovai ai suoi piedi, intorpidita, impalata, sanguinante.”
Lo stile di Bille rimanda, per certi versi, al realismo magico dei romanzi latinoamericani. La metamorfosi con la natura che ricorre nelle sue storie, si ricollega a La donna abitata (1988) di Gioconda Belli. Nel racconto “Il nano e la vecchia”, che sembra avere tinte autobiografiche, la vecchia dice: “Divento la foresta. Le mie braccia sono i rami, la mia pelle la corteccia.” Per altri versi, ci sono atmosfere horror, come ne “Il sortilegio”, dove il giovane Théodore convince Marine ad interpretare la contessa defunta di un vecchio albergo per poter continuare ad usufruire degli agi della stessa o ne “Il sogno” dove un uomo ammazza la moglie dopo aver scoperto i piaceri della vita. Crudeltà e spirito fiabesco si coniugano in modo insolito e vivo. Il testo è inoltre arricchito da una nota biografica e dall’elenco delle opere più importanti della scrittrice.
appello Leggere Donna
In questo, come negli altri racconti, l’altra protagonista è la natura che con la sua forza incede e invade le strade delle storie, spesso attraverso fusioni alchemiche. La damigella selvaggia ad un tratto sembra intrecciare una relazione di questo tipo con il rumore del torrente: “Ascoltò il rombo del torrente. Diventò il ronzio del suo sangue, lo scorrimento puro del suo sangue.” Questa alchimia trova soluzioni quasi fiabesche ne “La donnina delle zucche”, dove una donna nana sembra il risultato ibrido dell’unione fra zucca e essere umano. I ragazzi che la scovano provano un grande stupore nel vederla danzare e nell’esaminare il suo corpo tondo: “le labbra del suo sesso socchiuso ci meravigliavano per il loro colore metà rosso e metà violetto. Ma non ci riuscì mai di sapere il numero esatto dei suoi piccoli seni dondolanti…”. La natura in questione è quasi sempre quella del Vallese, cantone svizzero e terra natale della scrittrice. Come sottolinea Monica Pavani nella postfazione, “lo sprofondamento reale nella terra o comunque nel fango, nelle acque acquitrinose di cui è ricco il paesaggio vallesano, è un atto sacrale e carnale insieme.” Come nell’ultimo racconto, “L’ultima confessione” dove la protagonista in uno stato estatico addirittura copula con gli alberi: “All’alba, un giorno, credetti perfino che un ciliegio prendesse vita, mi abbracciasse con i suoi rami dal fogliame amaro: aveva la pelle dolce e mille mammelle fresche. Al levar del sole, mi trovai ai suoi piedi, intorpidita, impalata, sanguinante.”
Lo stile di Bille rimanda, per certi versi, al realismo magico dei romanzi latinoamericani. La metamorfosi con la natura che ricorre nelle sue storie, si ricollega a La donna abitata (1988) di Gioconda Belli. Nel racconto “Il nano e la vecchia”, che sembra avere tinte autobiografiche, la vecchia dice: “Divento la foresta. Le mie braccia sono i rami, la mia pelle la corteccia.” Per altri versi, ci sono atmosfere horror, come ne “Il sortilegio”, dove il giovane Théodore convince Marine ad interpretare la contessa defunta di un vecchio albergo per poter continuare ad usufruire degli agi della stessa o ne “Il sogno” dove un uomo ammazza la moglie dopo aver scoperto i piaceri della vita. Crudeltà e spirito fiabesco si coniugano in modo insolito e vivo. Il testo è inoltre arricchito da una nota biografica e dall’elenco delle opere più importanti della scrittrice.
appello Leggere Donna
domenica 18 gennaio 2009
dancy mary (2)
There she stood, with her arms open, in her white dress and blue veil. There she was in her little temple, in her little window on the world. She was tired of that position, she wanted to move, but she could not. That was her destiny. To be Mary, to be a Virgin, to be still. She could see so many people passing by, but almost none of them turned towards her. She had few devotees. In particular, there was an old lady dressed in black, who always came at dawn to pray in front of her. At that time of the day there were not many people walking around and she could establish an intimate moment with the old lady. Her whispered words, her words of pain and anguish were like a set of mini knives for her ears. Pain always was. After ten or so minutes, the old lady usually kissed her good-bye and left. And there she stood, alone again, alone and still.
venerdì 16 gennaio 2009
la damigella selvaggia (3)
"Nella speranza di ritrovare la tartaruga, sprofondammo in un mucchio di giunchi e leguminose, e finimmo per cadere su un grossa palla nera, che in un primo tempo credemmo una zucca marcia. Però emetteva versi acquatici veramente strani. Chinandoci su di lei, riconoscemmo la donna nana che a volte veniva a mendicare in paese. La guardammo, a occhi sgranati, mimare la danza del piacere solitario che presto cessò di esserlo; non ci pareva vero, non avevamo mai immaginato una cosa simile! Per niente turbata dalla nostra presenza, al contrario, la donna si abbandonò a straordinarie acrobazie, sempre più man mano che le sue braccine, le sue gambe corte e paffute, prive di spigoli, si muovevano in miriadi di curve serpentine."
Corinna Bille, "La donnina delle zucche", in La damigella selvaggia, trad. e cura di Monica Pavani (Ferrara: Luciana Tufani, 2002), pp. 85-86.
appello Leggere Donna
Corinna Bille, "La donnina delle zucche", in La damigella selvaggia, trad. e cura di Monica Pavani (Ferrara: Luciana Tufani, 2002), pp. 85-86.
appello Leggere Donna
lunedì 12 gennaio 2009
metti un pomeriggio...
...in una libreria di una nota casa editrice, metti che stai cercando il testo di una casa editrice piccola, metti che ti dicono che non è possibile avere il libro, metti che chiedi il perché dato che la suddetta casa editrice ha una buona distribuzione su tutto il territorio nazionale, metti che ti dicono che se il loro magazzino di riferimento non ha il libro, loro non possono ordinarlo, metti che non capisci e che insisti un po', metti che hai un serafico, sublime, inaccettabile 'non è possibile' come risposta, metti che esci da quella librearia e che probabilmente non ci entrerai più, metti un pomeriggio...
sabato 10 gennaio 2009
ofelia aliterada
This is an experimental work by choreographer Jesús Rubio Gamo. Here is a link to its web page (in Spanish). He took inspiration from alliteration to create a choreographic and textual work based on the figure of Ophelia. I think it is a very interesting and stimulating approach to the dance and literature dimention. I will return to talk about it as soon as I have a bit of free time (hopefully end of this month).
venerdì 9 gennaio 2009
la damigella selvaggia (2)
"Tutto cominciò con uno schiaffo violento che ricevette sulla guancia destra: un ramo di pino. Le stillarono delle goccioline di sangue che si asciugò con il palmo. Chissà cos'aveva visto il suo cavallo? Aveva appena fatto un salto di lato e si era lanciato all'indietro, restando ritto sulle zampe. La ragazza cercò di domarlo. Il cavallo scattò lanciandosi al galoppo. Adesso più niente e nessuno avrebbero potuto fermarlo! Tutta la foresta si liberò e cinse la ragazza in un girotondo ostile. Lei si accartocciò sulla sella, sferzata da tutte le parti. Le scosse la ferivano, le redini le segavano le dita. Vide un gran versante nero di montagna rovesciarsi."
Cirinna Bille, "La ragazza sul cavallo bianco", in La damigella selvaggia, trad. e cura di Monica Pavani (Ferrara: Luciana Tufani, 2002), p. 73.
appello Leggere Donna
Cirinna Bille, "La ragazza sul cavallo bianco", in La damigella selvaggia, trad. e cura di Monica Pavani (Ferrara: Luciana Tufani, 2002), p. 73.
appello Leggere Donna
invito al balletto
Qunado l'ho visto non ci potevo credere. La De Agostini che promuove una serie di dvd (nel piano ce ne sarebbero ben 50!) dedicati al balletto. Lodo l'iniziativa (a parte una puntata fatta di recente dal Carlino e altri su Bolle, erano anni e anni e anni e anni che non usciva una serie di video o dvd dedicati alla danza), anche se non posso trattenermi dal puntualizzare che la serie esalta il nome del compositore del balletto di turno e non il coreografo e questo la dice lunga sul pregiudizio (forse anche dettato da ragioni di marketing) dell'uno nei confronti dell'altro. Inoltre, la serie include anche dei titoli di danza contemporanea e, visto che non appaiono tutti i titoli in programma, forse anche altro, quindi è imprprio utilizzare il termine balletto, ma ahimé anche in questo caso è la mancanza di spazio dedicato alla storia della danza a farla da padrone. Il termine balletto richiama un mondo legittimato e rispettato dalla classicità, mentre la danza contemporanea sa di curioso, strano, con tutti quei movimenti disarmonici e asimmetrici...uuuh!
giovedì 8 gennaio 2009
the one who speaks
The One Who Speaks is one of the main characters in Martha Graham's Letter to the World (1940), a work inspired by Emily Dickinson's poetry and figure. She speaks lines from Dickinson's poems while the other dancers perform. Is she giving voice to the dance? Does dance need a voice? It is not a question of what dance does or does not need. It is an imaginary dialogue between Graham's dance language and Dickinson's poetic language. The One Who Speaks gives sound to the movement and she interacts with it in a beautiful way. Originally the One Who Speaks was interpreted by Jane Erdman, then other dancers took her role, like Pearl Lang and Christine Dakin.
mercoledì 7 gennaio 2009
martedì 6 gennaio 2009
gaza
people are dying in Gaza
I put on so much weight during the Christmas Holidays, I must immediately start a diet
people are dying in Gaza
I lost my job, what am I going to do now?
people are dying in Gaza
tomorrow school starts again, I haven't finished my homework
people are dying in Gaza
sales are finally starting, I will be able to get that expensive jumper I wanted
people are dying in Gaza
I am going out tonight, I hope I will be able to see that beautiful blondie again
people are dying in Gaza
people, not just kids, not just men, not just women,
people are dying in Gaza
I put on so much weight during the Christmas Holidays, I must immediately start a diet
people are dying in Gaza
I lost my job, what am I going to do now?
people are dying in Gaza
tomorrow school starts again, I haven't finished my homework
people are dying in Gaza
sales are finally starting, I will be able to get that expensive jumper I wanted
people are dying in Gaza
I am going out tonight, I hope I will be able to see that beautiful blondie again
people are dying in Gaza
people, not just kids, not just men, not just women,
people are dying in Gaza
a human dancer
are we human or are we dancer
is a dancer a human being? or is he/she 'just' a dancer?
what is it like to be a dancer?
to be or not to be a dancer
are we human or are we dancer
does the dance scriber fit in this division?
is he/she a hybrid? a mix?
to be or not to be a dance scriber
are we human or are we dancer
note - the line 'are we human or are we dancer' is taken from the song "Human" by The Killers.
is a dancer a human being? or is he/she 'just' a dancer?
what is it like to be a dancer?
to be or not to be a dancer
are we human or are we dancer
does the dance scriber fit in this division?
is he/she a hybrid? a mix?
to be or not to be a dance scriber
are we human or are we dancer
note - the line 'are we human or are we dancer' is taken from the song "Human" by The Killers.
venerdì 2 gennaio 2009
la damigella selvaggia (1)
Ho terminato da poco di leggere questo testo di una delle scrittrici svizzere più conosciute, Corinna Bille (1912-1979). Si tratta di una raccolta di racconti fra il surreale, il magico e il crudele. Ne riparlerò presto (spero). Intanto riporto alcuni passaggi particolarmente sorprendenti:
"Compì quello che chiamò 'un suicidio mentale', ma avvenne in un modo così naturale che quasi non se ne accorse. Era coricata su una delle pelli di pecora, davanti al camino, quando gli spazi si ritirarono. Si vide in piedi, in un'anfrattuosità della roccia a strapiombo sul vuoto. Era un vuoto senza nome, una gola stretta e molto profonda, color ardesia, di cui intravedeva le più piccole linee, le curve del torrente, il colore delle pietre e i tagli della vegetazione sui pendii verticali. Senza farsi violenza, vi si gettò. Ma un semplice battito di palpebre riuscì ancora a restituirle la lucidità che stava perdendo."
Corinna Bille, "La damigella selvaggia", in La damigella selvaggia, trad. e cura Monica Pavani (Ferrara: Luciana Tufani, 2002), p. 39.
appello Leggere Donna
"Compì quello che chiamò 'un suicidio mentale', ma avvenne in un modo così naturale che quasi non se ne accorse. Era coricata su una delle pelli di pecora, davanti al camino, quando gli spazi si ritirarono. Si vide in piedi, in un'anfrattuosità della roccia a strapiombo sul vuoto. Era un vuoto senza nome, una gola stretta e molto profonda, color ardesia, di cui intravedeva le più piccole linee, le curve del torrente, il colore delle pietre e i tagli della vegetazione sui pendii verticali. Senza farsi violenza, vi si gettò. Ma un semplice battito di palpebre riuscì ancora a restituirle la lucidità che stava perdendo."
Corinna Bille, "La damigella selvaggia", in La damigella selvaggia, trad. e cura Monica Pavani (Ferrara: Luciana Tufani, 2002), p. 39.
appello Leggere Donna
giovedì 1 gennaio 2009
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