venerdì 16 gennaio 2009

la damigella selvaggia (3)

"Nella speranza di ritrovare la tartaruga, sprofondammo in un mucchio di giunchi e leguminose, e finimmo per cadere su un grossa palla nera, che in un primo tempo credemmo una zucca marcia. Però emetteva versi acquatici veramente strani. Chinandoci su di lei, riconoscemmo la donna nana che a volte veniva a mendicare in paese. La guardammo, a occhi sgranati, mimare la danza del piacere solitario che presto cessò di esserlo; non ci pareva vero, non avevamo mai immaginato una cosa simile! Per niente turbata dalla nostra presenza, al contrario, la donna si abbandonò a straordinarie acrobazie, sempre più man mano che le sue braccine, le sue gambe corte e paffute, prive di spigoli, si muovevano in miriadi di curve serpentine."

Corinna Bille, "La donnina delle zucche", in La damigella selvaggia, trad. e cura di Monica Pavani (Ferrara: Luciana Tufani, 2002), pp. 85-86.

appello Leggere Donna

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