Il CORE (Coordinamento Regionale della danza contemporanea e delle arti performative del Lazio) ha lanciato una campagna video che trovo problematica. Qui il link. Lo spot presenta un estratto dalla coreografia Volumen II della compagnia spagnola Societat Doctor Alonso e vede la danzatrice Sofia Asencio interagire con un dj che, di volta in volta, le fascia gli arti limitando così i suoi movimenti. Qui il link ad un altro estratto. E' una coreografia interessante che pone delle questioni sui corpi della danza contemporanea, corpi che includono anche i diversamente abili, come hanno ampiamente dimostrato compagnie quali la CanDoCo e danzatori come David Toole.
Alla fine di questo estratto una frase recita: "Non mutilate la danza contemporanea", frase che stravolge la leggerezza e sottile ironia del video, in quanto si fonda su di un principio di esclusione e di negazione. Mi spiego. L'imperativo negativo associa il corpo mutilato per finta della danzatrice alla metafora della mutilazione della danza contemporanea, che soffre di poca attenzione da parte di enti e media. Il retaggio attaccato a quell'imperativo negativo fa, in qualche modo, leva sull'ideologia del corpo perfetto di matrice rinascimentale, quella stessa ideologia che ha portato alla creazione della danza classica. In questo modo si attua l'esclusione dalla danza contemporanea di tutti quei corpi differenti, magari mutilati o diversamente abili, che, invece, proprio lì, hanno trovato e trovano una zona franca dove potersi espirmere liberamente. Mah...
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