venerdì 17 aprile 2009

la danza senza la danza

La danza che, da alcuni anni a questa parte, sembra aver un nuovo spazio nei talent show italiani, non è danza. La danza che viene continuamente proposta in televisione (e praticata in molte scuole di danza) non è danza. È forse una sua pallida ombra che ogni tanto rifulge, ma è spogliata del suo senso, è ridotta, nel migliore dei casi, a puro movimento, puro linguaggio tecnico, puro virtuosismo, quando chi lo fa se lo può permettere (e diciamocelo sono in pochissimi a poterselo permettere). E si continua su questa strada anche con il nuovo talent show di rai due, Italian Academy 2. Ci tornerò presto (spero), perché merita, assieme ad Amici, una riflessione coi fiocchi. Quello che mi preme qui sottolineare è che proporre la danza in questi termini è come studiare la forma di un romanzo senza badare a cosa tratta, è guardare un quadro puntando sull’aspetto tecnico-estetico, senza andare oltre (parlando di contesto, intenzione dell’autore o pittore, ricezione del pubblico e così via).

La danza non è fatta solo di forme e tecniche, non si tratta solo di alzare la gambina in un grand-battement o fare un grand jeté. La danza è fatta anche di contenuti, anche quando si tratta di un approccio di tipo cunninghamiano, privo cioè di narrazione (anche su questo punto ci sarebbe da aprire una parentesi). Che me ne faccio di un’esecuzione perfetta di hip-hop senza la storia di fatica ed emarginazione che dentro quei passi si è costituita? Perché applaudire tanto la ballerina che leggiadra se ne va sulle punte per il palco, senza capire che quel movimento ha radici profonde nel Romanticismo francese ed ha un suo senso in quel contesto, mentre visto di per sé è oggettificazione e ammirazione di passi vuoti?

Non se ne può più di questo continuo svilimento dell’arte della danza, Tersicore è talmente stanca che si è data alla pittura e non ne vuole più sapere di rappresentare quella che è divenuta una superficie bella (secondo alcuni) e suadente (secondo molti) senza sostanza. Il rischio è limitare la danza ad assolutismi dogmatici, tipo senza la danza classica non si può far nulla (si veda il pezzo che ho scritto qui) o se non sei magro rinsecchito con piedi e corpo giusti non puoi ballare.

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