"E come vide la Nives capì subito, e la Nives capì lei. Nella sua stanchezza Giada appariva calma e bella, anche se il suo corpo e quello della neonata erano ancora screziati di sangue (...). Ma anche la Nives era sporca di sangue, oltre che di fango e di terra, e i suoi occhi sbalorditi da bambino picchiato ingiustamente non riuscirono a sorridere alla vista della piccola addormentata accanto a Giada. I vestiti da festa con cui era partita erano ridotti a brandelli, la camicia bianca coi merletti era tutta strappata sul petto, e così Giada non ebbe più dubbi, ma non volle interrogarla. Le fece cenno di avvicinarsi e l'abbracciò stretta stretta finché le lacrime riuscirono a sgorgare dagli occhi attoniti e offesi della ragazza, lavando via un po' della sporcizia che le aveva lordato il viso, il corpo, e soprattuto l'anima. E il sangue dell'una si mescolò a quello dell'altra così che ognuna ne sentiva l'odore, e Giada immaginò per un attimo che il sangue delle donne di tutti i tempi si unisse in un lungo filo rosso che legava insieme la vita e la morte."
Gabriella Imperatori, Gloria Spessotto, Questa è la terra, non ancora il cielo (Ferrara: Tufani, 1998), pp. 93-94.
appello Leggere Donna
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