domenica 28 settembre 2008

sappiano le mie parole di sangue e new italian epic (4)

L’immagine del sangue in relazione alla scrittura rimanda ad una scrittura del corpo consapevole dei suoi flussi e fluidi, oltre che del suo vissuto. Non a caso una sezione del libro è dedicata alle mestruazioni: “non fa rumore, il sangue che cola e scola fra le mie gambe (…). È il lacrimoso amalgama di umori e di materie” (Jones, 2007: 134). Il sangue da fluido corporeo diviene inchiostro rosso, il sangue diviene figurazione della scrittura corporea e sessuata. E questa attenzione alla scrittura come corpo sembra evocare l’écriture féminine teorizzata da Hélène Cixous nel suo famoso saggio “Il riso della Medusa” (1975): “bisogna che la donna scriva il suo corpo, che inventi la lingua inafferrabile che faccia saltare le pareti, le classi e le scuole di retorica, le ordinanze e i codici, che sommerga, trapassi, valichi il discorso-con-riserva ultima, ivi compreso quello (…) che, mirando all’impossibile, si ferma di botto davanti alla parola ‘impossibile’ e la scriva come ‘fine’” (Cixous, 1997: 235). L’ écriture féminine è un tipo di scrittura non necessariamente collegata biologicamente all’essere femmina, quanto piuttosto alla scrittura “che annulla la distanza fra corpo e parola” (Bono, 2000: 7) oltre che fra i rapporti dicotomici di uno/altro, per cercare vie molteplici all’essere, al divenire e allo scrivere. Cixous riprende l’immagine dell’inchiostro bianco, riallacciandosi al simbolo materno di creazione, mentre Jones preferisce usare la figurazione del sangue, del suo colore, della sua liquidità per darci delle pennellate della sua guerra nei Balcani. Come ella stessa sottolinea, la guerra da combattere è, alla fin fine, quella che combattiamo con noi stessi.

Ed è proprio in questo modo instabile di vivere la scrittura o di praticare la “scrittura della vita”, come l’ha definita Sbancor (Sbancor, 2007), che Jones ci mostra la sua prospettiva, lo “sguardo obliquo” di cui parla Wu Ming 1, la “fusione di etica e stile” (Wu Ming 1, 2008: 14).


Materiale citato:

- Babsi Jones, Sappiano le mie parole di sangue (Milano: Rizzoli, 2007).

- Hélène Cixous, “Il riso della Medusa” (1975), trad. Catia Rizzati, in Critiche femministe e teorie letterarie, R. Baccolini, M.G. Fabi, V. Fortunati, R. ponticelli, a cura di (Bologna: CLUEB, 1997), pp. 221-245.

- Paola Bono, “Scritture del corpo”, in Scritture del corpo – Hélène Cixous variazioni su un tema, a cura di Paola Bono (Luca Sassella: Roma, 2000), pp. 7-19.

- Sbancor, “Sbancor: su Babsi Jones”, Carmilla, 26 settembre 2007.

- Wu Ming 1, “New Italian Epic – Memorandum 1993-2008: narrativa, sguardo obliquo, ritorno al futuro”, 19 marzo-20 aprile 2008, versione 2.0,18 agosto – 12 settembre 2008 (le pagine citate fanno riferimento alla versione 2.0).

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