domenica 10 gennaio 2016

la sparizione delle barbie

Dead barbie, immagine tratta da mygraveltravels.wordpress.com.


 
















Tutto inizò con la sparizione delle barbie. Trauma infantile, direte voi. No, avevo trent’anni ed ero appena tornata dall’Inghilterra per una questione familiare che non si è mai risolta come avrei voluto. E allora? Allora, allora in uno dei momenti di sconforto e dolore più grandi, feci un gesto infantile. Ah, vedi che l’infanzia c’è di mezzo? Certo, l’infanzia c’è sempre di mezzo. Andai a cercare lo scatolone dove un tempo tenevo le barbie. Sì, da piccola mi avevano viziato e me ne avevano comprate diverse (qui dovrei aprire una parentesi sul danno che le barbie hanno fatto alla mia identità di genere, ma sorvoliamo che è una cosa complicata). Le tenevo in una scatola assieme ad un sacco ricolmo dei loro abiti, molti dei quali fatti a mano da mia nonna. Ecco, quel gesto significava cercare di riempire il buco abissale che stavo vivendo in casa, ritrovare una parte di me che stava scomparendo.
Aprii la scatola e le barbie erano quasi tutte sparite, compreso il sacco con i preziosi abiti. Non ci potevo credere. Un buco aveva rimpiazzato un altro buco e non c’era nessuno a cui chiedere spiegazioni. Vagai per casa come una mummia, un pezzo della mia infanzia, come un pezzo della mia famiglia, non c’era più. Forse è lì che sono iniziate le fratture interne al mio sé, quelle fratture che si sono ingigantite e hanno causato mille e mille danni al mio modo di stare al mondo. Forse.

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