Il mio canto sboccerà
ogni notte
a mezzanotte
da stanotte
precarietà permettendo
perché la precarietà
è sì lei davvero una figura demoniaca
dalla folta chioma di serpenti
ma (mai avversativo fu più concupiscente)
la precarietà
si combatte
con tanti minuti chiodi cremisi
puntellati sulla pelle
volti a stabilire un ritmo
che sia circolare
rotondo e sinuoso
non curatevi dunque
delle mie altre visionarie
incursioni
e amatemi solo in quel
momento.
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