giovedì 24 marzo 2016

raso rosso


























l’abito mosso
dell’amore addosso
ispira un altro 
componimento
che porgo qui
a mo' di svelamento
  
raso rosso
per un abito
da modellare
col mio favellare
seguendo le vie
di un legame regale
profondo 
fecondo
centennale
prendiamo le misure
spalle torace
petto braccia 
girovita
miro la tua
faccia calamita
il metro termometro
della foggia
ago filo
sublime è oggi 
la pioggia
le forbici complici
tagliano via
ogni infima porcheria
il raso
scivola sulla cute
agile solletico
nostra salute
la tua mano
prende un lembo
lo scosta
apre
un vano sghembo
tocca la spalla
sfiora il braccio
e la schiena
si ferma lì
sulla natica
acquatica
da sirena
mi mordo le labbra
rivolo di sangue
inizia il sabba
col dito scolpito
lo raccogli e succhi via
il dito mio metto sulla tua scia
le pupille si agganciano
stretta perfetta
mi sento ninfetta
sorridi malizioso
gioco bramoso
dita in bocca ci sediamo
duetto diletto
sul raso rosso
che è divenuto letto
gambe 
intrecciate
allacciate
bacio druido fluido
sacerdotale
rito mito ancestrale
le dita umide
attraversano
i corpi
in carezze ebbrezza
mentre il tuo pene turgido
si erge liturgico
in altezza
verso la mia
vulva valva
clitoride estasi
in questa selvasalva
mi accosto
accedi
accendi
incendi
vorticosamente
il camino
dei miei credi
questa volta
il ritmo
è cadenzato
allungato
niente fretta
uno iato 
lussurioso
asseconda
le pelvi
nel movimento
ondoso
ci stendiamo
sul raso rosso
tu sopra io sotto
rotoliamo
ci graffiamo
l’amplesso giunge
come un richiamo
una tonante saetta
che si propaga
per ogni dove
dissolvendo i confini
portandoci altrove
restiamo così 
appiccicati
accasciati
sul tessuto testimone 
brindisi cremisi
del desioso amore  

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