giovedì 24 marzo 2016
Postilla
...sul
biondino:
dire addio non significa dire addio e poi riempire di riferimenti a me
con ovviamente le citazioni perverse anche a te, mio manto, la pagina
pubblicitaria collegata al suo lavoro, pagina che girerà
online e presumo offline per tutto il mese di aprile. Pagina dove
compare la
parola ‘vittoria’ a riprova del fatto che quello che ho detto tempo fa
(l’amore non è
questione di competizione, semmai di rispetto e di un sacco di altre
cose, ma
lasciamo stare, era il 3 marzo su twitter, il 4 marzo qui) non ha
trovato riscontro alcuno sul suo modo di pensare. Perché se dal punto di
vista dei contenuti, può sembrare una resa, sul piano metatestuale si
tratta di nuovo di molestia, un proclamare il suo bisogno di potere
possesso nei miei confronti, come con la foto sul quotidiano nazionale.
Dire addio
significa dire addio e lasciarmi lasciarci in pace, come aveva promesso
di fare
poco più di una settimana fa. Forse non ci libereremo mai di lui, quello
che
può cambiare è la nostra reazione nei confronti delle sue provocazioni e
ignorare i suoi giochetti, io ieri, nonostante ci abbia provato con
tutta me stessa, non ce l’ho
fatta e mi sono bloccata, arrabbiata, infuriata e irrigidita davanti
allo schermo del computer. Spero di
riuscire a ignorarlo per il futuro, spero di togliermi di dosso questo
senso di
asfissia che mi copre ogni volta che riemerge quello che è successo per
opera sua.
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